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Basta panino, la pausa pranzo riscopre il pasto completo

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Basta panino, la pausa pranzo riscopre il pasto completo

Gli italiani ricominciano a lasciare a casa il “baracchino” o la “schiscetta”, insomma il contenitore per il pranzo preparato a casa. E, con prudenza, si riaffacciano alla porta di trattorie e ristoranti per il pasto quotidiano nella pausa dal lavoro. I dati resi noti all’Università di Pollenzo (Cuneo) nel corso del 5° Food Service Network Meeting evidenziano, infatti, una ripresa dei pasti consumati fuori casa. La ristorazione commerciale è infatti cresciuta, lo scorso anno, dello 0,6% in traffico e dello 0,9% in spesa.
Per quanto riguarda il pranzo – spiega Matteo Figura, amministratore delegato di Npd – la spesa rappresenta il 29,6% della ristorazione commerciale, per un valore di 15,7miliardi di euro ed è cresciuta del 3% nel 2015. “A visite costanti – prosegue Figura – l’aumento della spesa è dato soprattutto da cambiamenti dei comportamenti di consumo. Gli italiani riscoprono il servizio completo a pranzo, a discapito del servizio veloce, mentre in genere aumentano i consumi di cibi etnici, hamburger e primi piatti. Stabili carni e pesce mentre diminuisce il consumo di altri piatti, come il dessert”.
I primi mesi del 2016 confermano il trend positivo, seppure con crescita modesta. E l’intero anno potrebbe chiudersi con incrementi superiori all’1% sia in spesa sia in visite.

Il boom dei pasti gluten free

Ma cambiano anche le richieste dei consumatori. Sempre più attenti alla gradevolezza dei locali ma anche alle caratteristiche del cibo. Massimo Chiappo, fondatore di Ica Italia, afferma che cresce il numero degli italiani che richiede prodotti senza glutine, sia per motivi sanitari sia per scelta. “Il 63% degli statunitensi che mangiano cibi gluten free – assicura Chiappo – lo fa perché ritiene che sia una scelta più salutare”. Una tendenza che sta contagiando anche l’Italia dove si stima un consumo di 240 milioni di pasti all’anno con prodotti senza glutine. Una scelta che coinvolge ormai più di 5 milioni di consumatori italiani.
Si aprono, dunque, nuove opportunità per le aziende in grado di assecondare i vari trend nel settore alimentare. Così come aumentano le chances per gli architetti che progettano spazi dove lo shopping si coniuga con l’intrattenimento e la ristorazione. Ma dove si possa mangiare in tranquillità, senza l’assedio di chi è impegnato in acquisti compulsivi.

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