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Italia "Paese d'onore" al Vinexpo di Hong Kong

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Vino

Italia "Paese d'onore" al Vinexpo di Hong Kong

I vini italiani hanno un grande futuro in Asia, e in particolare in Cina: ne è convinto Guillaume Deglise, amministratore delegato di Vinexpo. Per sottolineare questa convinzione, e per accelerare la penetrazione del mercato asiatico da parte dei vini made in Italy, Deglise ha nominato l’Italia “Paese d’onore” di Vinexpo Hong Kong, che si terrà nell’ex colonia britannica dal 24 al 26 maggio. Abbiamo chiesto a Deglise le ragioni di questa scelta durante una presentazione dell’evento a Londra.

Guillaume Deglise

All’Italia è stato concesso un onore mai elargito prima a Vinexpo Hong Kong. Quali sono le ragioni?

E’ molto semplice: l’Italia è il maggiore esportatore di vino al mondo, ma è solo al quinto posto in Asia e al sesto in Cina. Quindi mi è sembrato il momento giusto per sostenere i produttori italiani e farli conoscere meglio sul mercato asiatico. La fiera, con 25 Paesi rappresentati e 17mila visitatori, è la perfetta vetrina per l’Italia. Ci saranno incontri, masterclass, conferenze e vari eventi per promuovere i vini italiani, con oltre 300 produttori presenti da quasi tutte le Regioni, e abbiamo anche reclutato i migliori chef italiani di Hong Kong che prepareranno piatti da abbinare ai vini.

Grandi opportunità di conquistare il mercato cinese in crescita, quindi, ma quali sono i possibili ostacoli?

Il mercato cinese si è ripreso dal rallentamento dovuto alla campagna anti-corruzione del Governo a fine 2012, e le importazioni di vino sono aumentate dell’85% tra il 2010 e il 2014. Ora il mercato sta non solo crescendo ma anche cambiando. Il vino non è più solo la bottiglia supercostosa e prestigiosa di Bordeaux d’annata da dare in regalo, ma aumenta tra le classi medie la domanda di vino da bere tutti i giorni. Questa è una tendenza che l’Italia, con la sua ricca offerta di vini di qualità a diversi prezzi, può sfruttare. L’ostacolo principale è la scarsa conoscenza dei vini italiani e la complessità della produzione italiana, con tantissimi vini diversi, differenze regionali e migliaia di produttori, che sono difficili da comprendere per un mercato relativamente nuovo come quello cinese. Le opportunità superano di gran lunga gli ostacoli, però: basti pensare che la Cina è già il quinto consumatore di vino al mondo dopo Stati Uniti, Francia, Italia e Germania, ma il consumo pro capite è una frazione di quello europeo. Il mio messaggio ai produttori italiani è Lanciatevi, ne vale la pena!

Vinexpo Hong Kong è la prima di due fiere asiatiche, con Vinexpo Giappone a seguire in novembre. Come si differenziano i due eventi?

In Asia siamo stati pionieri, aprendo la prima Vinexpo nel lontano 1998, quando il mercato era minuscolo. Da allora è cresciuta tantissimo, e quella di quest’anno è la più grande mai realizzata finora. Vinexpo Giappone invece è solo alla seconda edizione, è un evento di dimensioni più piccole, con tremila visitatori invece di 17mila, e mirato a un mercato più maturo e quindi più selettivo e sofisticato di quello asiatico in generale. A Tokyo, ad esempio, sarà presente per la prima volta per una degustazione la prestigiosa Union des Grands Crus de Bordeaux.

Quali sono le prospettive del settore a livello globale?

Presentiamo in questi giorni i risultati di uno studio di IWSR sulle previsioni da ora fino al 2019, e il quadro è positivo, con un aumento generale delle vendite dell’1,4% a 229 milioni di casse di vino. La categoria più in crescita è quella del vino frizzante, Prosecco in particolare, che si prevede aumenti del 7,4%, seguito dal rosé che sta vivendo una rinascita soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. In Gran Bretagna, ad esempio, l’Italia è diventata il secondo fornitore di vini dopo l’Australia grazie proprio alla domanda di prosecco che si prevede continui nei prossimi anni.

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