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Vino

Montalcino: un venture capitalist a Shanghai il nuovo proprietario di Cerbaiona

Resta alta la “febbre” di Montalcino. Il grande appeal delle terre del Brunello (con le sue tenute e i cru del grande rosso toscano) hanno fatto un’altra vittima: Gary Rieschel, americano, fondatore di varie società di venture capital e attualmente al timone della Qiming Venture Partners di Shanghai ha infatti rilevato nei giorni scorsi Cerbaiona, storica tenuta di Montalcino che negli ultimi 38 anni è stata di proprietà di Diego e Nora Molinari.

Una griffe tra le griffe

Cerbaiona è non solo un cru del Brunello, ma anche una villa padronale con cappella e parco e conta complessivamente 13 ettari di superfici. Solo 3 di questi sono a vigneto e precisamente 1,6 ettari a Brunello, 0,7 a Rosso di Montalcino, ed il resto a IGT.  In linea con le superfici anche i numeri sulla produzione visto che circa 7.400 bottiglie sono di Brunello, 4mila sono di Rosso di Montalcino, e 3mila di Cerbaiona IGT. Piccoli numeri quindi (il fatturato si aggira sui 600mila euro realizzato per il 60% all’estero) per quella che molti considerano una vera e propria perla enologica e, non a torto, un pezzo di storia di Montalcino. Infatti per descrivere Cerbaiona e i suoi vini forse più che i numeri sul giro d’affari sono indicativi i prezzi a bottiglia. Per un Brunello di Montalcino in enoteca il prezzo si aggira sui 200 euro (a seconda delle annate), mentre il Rosso e per l’Igt viaggiano intorno ai 40 euro a bottiglia. E sono più questi numeri, che quelli sul fatturato, che spiegano meglio le cifre dell’acquisizione e che molti indicano in circa 6 milioni di euro.

Incetta di riconoscimenti

L’etichetta di Montalcino sta inoltre vivendo un vero e proprio momento d’oro. Come testimoniato dalla fresca nomina a “Vino dell’anno” da parte di Daniele Cernilli (nella Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2016) senza contare i 100 punti assegnati da uno dei più quotati critici internazionali del vino italiano Antonio Galloni che ha recentemente dichiarato come “Cerbaiona è fra i tre migliori Brunelli che abbia mai assaggiato”. «Da anni, Cerbaiona rappresenta per me e mia moglie un qualcosa di speciale – ha dichiarato Gary Rieshel -. Siamo stati con Diego e Nora durante ogni nostro viaggio in Toscana. Ora ci auguriamo di proseguire con questa filosofia dell’ospitalità, cortesia, e vino spettacolare, ovvero quanto si aspetta chi visita Cerbaiona. Che richiede rispetto non solo per quello che è stata, ma anche per ciò che sarà».

Un investimento a “più mani”

Nell’avventura di Cerbaiona Rieshel non è solo. «Abbiamo composto – aggiunge – un gruppo di persone da tutto il mondo e con un comune denominatore. Si tratta di gente amabile, cari amici con una passione genuina per il “meglio” che ci si possa aspettare dal vino e dalla vita». Ma poiché l’obiettivo dell’investimento è anche quello di tutelare l’impronta montalcinese è molto probabile che nel progetto saranno coinvolti presto anche soci e forze locali.

Stranieri stregati da Montalcino

Un paio d’anni fa gli imprenditori brasiliani della André Santos Esteves Spa avevano rilevato dalla famiglia Marone Cinzano la storica tenuta Argiano (52 ettari di vigneto, 340mila bottiglie prodotte di cui 110mila di Brunello). Ma già prima (negli anni ’80) gli italoamericani Mariani con l’etichetta Castello Banfi e la guida di Ezio Rivella sono stati fra gli artefici del successo mondiale del Brunello, e poi, in anni più recenti, è approdato in zona l’ex Ceo di Time Warner Richard Parsons e infine la famiglia dell’industriale farmaceutico italo–svizzero Ernesto Bertarelli.

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