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La vera complessità? E' semplice. Parola di Niko Romito

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La vera complessità? E' semplice. Parola di Niko Romito

Oggi che le stelle, le tre stelle sono accese, quella di Niko Romito sembra incarnare tutti i crismi della storia di successo. Consacrazioni nazionali ed internazionali, Il Reale, il suo ristorante a Castel di Sangro, che funziona a pieno regime, una Scuola che sforna (è proprio il caso di dirlo) professionisti che non fanno fatica ad inserirsi nel mondo del lavoro e tre ristoranti laboratorio, “Spazio”, uno a Rivisondoli, uno a Roma all’interno di Eataly, l’ultimo a Milano, nella centralissima piazza del Duomo all’interno del “Mercato del Duomo” del Gruppo Autogrill, che incarnano un formato innovativo e di successo unico nel loro genere a livello internazionale.

“Ci devi credere mamma”

“Spazio” è il ristorante della “cucina di mezzo”, quella a metà strada tra l’alta gastronomia ed i ristoranti più tradizionali. Il Reale è quello con tre stelle assegnate dalla Michelin, quello da dove la storia ha avuto inizio e continua a svilupparsi.
Eppure la storia di Niko a rileggerla tra le pagine scritte da Leopoldo Gasbarro, giornalista che si occupa soprattutto di economia (cura una trasmissione, Mercati Che fare in onda su TgCom24) e che collabora anche con noi di Food24, è una storia tutt’altro che semplice. Anzi, è ”Apparentemente Semplice”.
La sua storia passa per un “Ci devi credere mamma”. Una frase che sottolinea il momento più difficile del suo percorso di vita e professionale. Una frase che racchiude tutto il dramma che Niko Romito ha sofferto e che racconta senza filtri, senza inibizioni, senza paure.
Ma quello, seppur difficile, è stato un momento topico, quello in cui si è fatta la differenza, la differenza tra una vita di successo, sotto un cielo pieno di stelle, ed una vita votata al fallimento. Quando tutto sembra andar male, Niko ha la forza di credere nelle sue scelte, nelle sue intuizioni, nel suo progetto. “Ci devi credere mamma” rappresenta l’icona di una forza interiore che le pagine di questo libro raccontano con disarmante semplicità.

Una storia di cucina che non parla di cucina

Il libro, edito dalla Sperling, in uscita proprio in questi giorni, rievocando il passato, rappresenta una forte proiezione verso il futuro, fornisce la consapevolezza di come la vita sia contrassegnata da alti e bassi, da gioie e dolori, da rincorse ed affanni, ma evidenzia anche come poi, alla fine, il premio arriva sempre, quando è meritato.
“Apparentemente Semplice” è una storia di cucina che non parla di cucina. Attorno alla gastronomia, però, la trama si sviluppa e si svolge regalando spunti ed idee che potrebbero avvicinare ancor più il grande pubblico, anche quello ancora distante, ad un mondo che una volta sembrava lontanissimo e che, invece, oggi rappresenta il traguardo della qualità, un traguardo a cui tutti aspirano soprattutto a livello di alimentazione.
Eppure, per raggiungere quel mondo, bisogna salire i gradini di una scala, quelli della “scala di ferro” citata nel settimo capitolo del testo. L’autore immagina un dialogo tra lo chef ed una coppia di clienti, tra Niko e Stefania, soprattutto, una chiacchierata intima che rivela quale dovrebbe essere il giusto approccio alla cucina di qualità, senza per questo cercarne l’emulazione a tutti i costi tra le mura di casa.
“Apparentemente Semplice” è anche la storia di un’amore ancestrale, quello tra Niko e Casadonna, tra il protagonista ed il luogo in cui trasferisce il suo ristorante. Casadonna è un antico convento del ‘500 un posto fuori dal mondo, ma a due passi dal mondo. E Niko, grazie ad un susseguirsi di incredibili coincidenze, è proprio a Casadonna che si sente a casa, perché, come è scritto nel testo, “…casa è dove senti che sia”.

Una terra autentica e lontana

“Apparentemente Semplice” è anche uno spaccato d’ Abruzzo, quello dell’interno, terra vera, autentica, ancora lontano dalle rotte importanti. Una terra forte, genuina, a cui Niko è ancorato, da cui Niko non vuole staccarsi. Ama la sua Rivisondoli, ama questo lembo d’Abruzzo che merita di essere conosciuto più di quanto non sia.
E vincere lì è come vincere due volte, raccontano gli autori (anche Leopoldo Gasbarro arriva da Castel di Sangro), proprio perché mancano le grandi occasioni che sono disponibili nelle grandi città come Roma e Milano; a meno di non riuscire a crearle, le grandi occasioni, così com’è riuscito a fare Niko Romito con la sua cucina. Straordinario il momento in cui il più alto responsabile della Michelin racconta di come abbia dovuto ridisegnare le mappe della Guida, scegliendo il Reale per la terza stella. Di come sia stato costretto a cercare su GoogleMap perché Castel di Sangro non sapeva assolutamente dove fosse.
“Apparentemente Semplice” è la storia di un “ragazzino delle montagne” che ha saputo sfidare tutto e tutti, perfino se stesso, perfino suo padre per immaginare un mondo e ricostruirlo nella realtà.
Questo non è solo un libro di cucina. E’ molto di più. Se Niko Romito fosse un personaggio inventato dalla fantasia di uno scrittore, “Apparentemente Semplice” sarebbe uno splendido romanzo. Invece è una storia vera.
Non resta che leggerla tutta d’un fiato.

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