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La riscossa del Barolo (e la classifica Biwa conferma)

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Vino

La riscossa del Barolo (e la classifica Biwa conferma)

Due Barolo sul podio – primo e secondo – e un Cabernet Franc sul gradino più basso. Questo il risultato dei Biwa Awards 2015 (Best Italian Wine Awards), la classifica dei “50 migliori vini italiani”, ideata e guidata dal “divulgatore” Luca Gardini con il giornalista Andrea Grignaffini. Lo ha sentenziato l’illustre giuria (composta da Tim Atkin, Raoul Salama, Christy Canterbury, Daniele Cernilli, Pier Bergonzi e Antonio Paolini) che per tre giorni ha degustato, rigorosamente alla cieca, oltre 300 delle migliori bottiglie italiane uscite (indipendentemente dall’annata) nei primi sei mesi del 2015.

Piemonte sugli scudi

Primo posto quindi per il Barolo Monprivato 2010, che il langhetto Mauro Mascarello produce con dedizione unica: ha prevalso allo sprint su un altro grande frutto delle uve Nebbiolo: il Barolo Brunate di Beppe Rinaldi. Il terzo posto è andato sorprendentemente al Duemani, che Luca D’Attoma, esperto enologo toscano, ottiene sublimando i grappoli di Cabernet Franc: è l’unica IGT nei primi dieci dove dominano DOC e DOCG). La classifica evidenzia il gran momento per il Barolo e il Piemonte (sedici etichette nei 50, con altri due Barolo nella top ten: il Parafrada di Palladino, quarto, e il Bussio Riserva Oro di Armando Parusso ottavo), seguito da vicino dalla Toscana (tredici vini, tra cui al sesto posto il Brunello di Montalcino di Tenuta Le Potazzine e al settimo il Sassicaia Bolgheri di Tenuta San Guido).

Ma in ogni caso sono rappresentate aziende di 14 Regioni e la graduatoria conferma che ci sono eccellenze anche al Sud. Il Furore Fiorduva di Marisa Cuomo (terzo nel 2014 e nono quest’anno) resta il miglior bianco precedendo di un posto il Trebbiano d’Abruzzo di Valentini, mentre il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore delle Cantine Lunelli resta al primo posto tra le bollicine. A proposito dei vini del Sud, ottimo quinto posto per il Vecchio Samperi Ventennale, il Marsala di Marco De Bartoli. Dieci i premi speciali assegnati dalla giuria del Biwa 2015: Tenuta Sette Ponti (Vino promessa), Barberani (Azienda e tradizione), Giuseppe Sedilesu (Vino autoctono rosso), Valle Reale (Vino autoctono bianco), Maell (Vino pop), Sokol Ndreko (Sommelier), Castello del Terriccio (Alfiere del territorio), Umberto Cesari (Comunicazione), Rosset Terroir (Viticoltura eroica) e Cà Viola (Vino da tavola).

Il Barolo senza sconti di Mascarello

Tornando a Mauro Mascarello, 77 anni, il successo nel Biwa 2015 è l’ennesimo riconoscimento. «Quando Luca Gardini mi ha chiamato per dirmelo mi è venuto da piangere – ha raccontato -. Ho dedicato tutta la mia vita a quella collina di Castiglion Falletto e sapere che il Monprivato sia così considerato mi riempie il cuore di gioia». Mascarello è ritenuto un vignaiolo all’antica. Nella sua cantina non c’è l’ombra di una barrique e non ha mai seguito le mode che suggerivano un Barolo più morbido e ruffiano. «Ho sempre creduto che fosse importante dar voce al territorio senza facili concessioni – ha continuato – il tempo mi ha dato ragione. Anzi, ha dato ragione alla bontà della nostra zona. Sono contento che ci siano così tanti Barolo in classifica, a cominciare da quello di Beppe Rinaldi che porta avanti i miei stessi valori». Per la cronaca, il Barolo Monprivato entra nell’albo d’oro insieme ad altri tre grandi vini, che lo hanno preceduto: il Trebbiano di Valentini, il Brunello Poggio di Sotto di Claudio Tipa e la Valpolicella di Romano Dal Forno.

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