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Addio droni in agricoltura: con i sensori risparmi del 25%

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Addio droni in agricoltura: con i sensori risparmi del 25%

Se pensate al futuro dell’agricoltura e vi immaginate pattuglie di droni che sorvolano i campi, tracciano mappe e sorvegliano le colture, sappiate che sono già acqua passata. Complice anche il nuovo regolamento Enac in materia di droni che ne limita di molto l’utilizzo, l’agricoltura, dopo i primi entusiasmi, sta già guardando oltre. Ovvero a nuovi sistemi di precisione montati a terra, in grado di mappare e distribuire acqua e nutrienti contemporaneamente, con un notevole risparmio di tempo e materiali.

Le sperimentazioni di Pomì

Primo in Italia a sviluppare e sperimentare questa tecnologia è il Consorzio Casalasco del Pomodoro (Pomì). «I vantaggi – spiega Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco – sono di carattere economico: questo sistema permette in un unico passaggio di identificare e razionalizzare i fattori produttivi necessari, fertilizzati, acqua e trattamenti fitosanitari in primis». Sarà quindi direttamente l’agricoltore, grazie a sensori posizionati sulla macchina agricola e collegati a una speciale applicazione, a fare tutto questo. I sensori, infatti, sono in grado di leggere immediatamente lo sviluppo vegetativo della pianta del pomodoro e permettono all’agricoltore sia di costruire direttamente e senza bisogno di intermediari mappe tematiche molto precise, sia di utilizzare subito il dato rilevato dal sensore quale input della macchina operatrice, che si adegua quindi in tempo reale al fabbisogno della coltura distribuendo l’esatta quantità di acqua e di elementi nutritivi.

Tutto affidato ai sensori, più efficaci dei droni

«Il sistema – prosegue ancora Vaia – rappresenta un’importante evoluzione rispetto alle tecniche di mappatura del campo attraverso i droni, poiché si avvale di un sensore di prossimità multiparametrico denominato ‘Micro Environment and Canopy Sensor’ installato sul trattore. Questi sensori, assieme ai loro omologhi dedicati al vigneto, sono stati progettati, sviluppati e brevettati per produrre mappe di vigore con livello di significatività e di dettaglio addirittura superiore a quanto precedentemente possibile attraverso i droni».

Minori costi: un risparmio del 25%

I nuovi sensori si chiamano Smart Smiley e sono stati sviluppati da Team, il raggruppamento di imprese tutto italiano composto da Studio di Ingegneria Terradat, Appleby Italiana, Casella Macchine Agricole. «In questo modo – aggiunge Vaia – l’operatore è reso autonomo, i suoi costi sono ottimizzati e decisamente inferiori rispetto alla tecnica di mappatura da drone. Ne consegue un’importante riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale». Il risparmio su acqua, nutrienti e fitosanitari attualmente è valutato intorno al 25%, ma potrebbe aumentare con il perfezionamento della tecnologia. Fatto che si traduce in una maggiore competitività per l’agricoltore. Casalasco ha sperimentato il sistema su un campione di dieci aziende e nei prossimi anni prevede di applicarlo su larga scala, nella maggior parte delle aziende agricole associate fino a coprire interamente il territorio di competenza. Il costo di tutto ciò? «Assolutamente accessibile a un agricoltore medio – assicura Vaia – anche perché questo sistema si innesta su mezzi e tecnologie che le aziende agricole già possiedono». Una volta testato sarà quindi alla portata di tutti.

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