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Volete assaggiare la ricotta e l'olio del Papa? Francesco apre i cancelli della fattoria vaticana

La ricotta di mucca che ogni due giorni arriva sulla tavola di Papa Francesco ha un sapore antico di erba e fieno: come gli altri prodotti caseari conservati nella dispensa di Santa Marta (la caciotta, il primosale, la scamorza, la mozzarella, la certosa), proviene da animali a pascolo libero. Così lo yogurt che si ricava dalle frisone appena munte. Ogni mattina un furgoncino parte da Castel Gandolfo per consegnare alla residenza di Bergoglio i prodotti freschi della Fattoria delle Ville Pontificie.

In tour nella Fattoria delle Ville Pontificie

Nell’azienda agricola del Vaticano, proprio nel cuore dei Castelli Romani, 80 mucche producono quotidianamente 1200 litri di latte nobile: il suo aroma e le proprietà nutrizionali dipendono solo dalla qualità e dalla quantità di erbe con cui vengono nutriti gli animali. Intorno galline e polli allevati a terra che razzolano in libertà, conigli, struzzi e filari di viti, alberi da frutto, ulivi, viali di erbe aromatiche, serre per i limoni e le verdure. Negli orti le fave sono quasi pronte per la raccolta. Bestiame e terra vengono trattati secondo metodi tradizionali: nessuna coltivazione intensiva, solo fertilizzanti naturali.  Il cliente istituzionale della fattoria è la Santa Sede, compreso lo spaccio annonario all’interno del Vaticano.  Ma parte della produzione è destinata anche alle famiglie dei 55 dipendenti che lavorano nelle Ville Pontificie, ai loro parenti e ai loro amici. Quindi ai residenti di Castel Gandolfo e dei comuni limitrofi che possono accedere a un punto vendita allestito all’interno dei giardini.

Francesco apre al pubblico la residenza estiva dei Papi

L’apertura al pubblico delle Ville, residenza suburbana dei Papi fin dall’epoca di Urbano VIII (XVII secolo),  concessa alla Santa Sede con i Patti Lateranensi del 1929,  è stata decisa per la prima volta un anno fa da Papa Bergoglio: le 9mila visite prenotate sul sito dei Musei Vaticani sono il segno di un forte cambiamento. Interprete della svolta, tutta incentrata sulla condivisione dei luoghi con turisti e fedeli (e un occhio alla spending review), è Osvaldo Gianoli, direttore delle Ville Pontificie: gestisce con passione l’enorme complesso naturalistico e architettonico di 55 ettari. Coordina la coltivazione e la manutenzione dei giardini, delle serre, del patrimonio arboreo, delle colture agrarie, delle piantagioni e degli allevamenti del bestiame. Sovraintende alla raccolta, alla lavorazione e alla vendita dei prodotti agricoli e zootecnici, si occupa della conservazione degli  immobili e del funzionamento degli impianti.

Gelato e altre degustazione nello Stato Pontificio

Gianoli affronta il suo impegno con grande coinvolgimento, consapevole del valore architettonico, agreste, botanico e spirituale dei luoghi. Compreso quello delle Fattorie, volute a metà degli anni ’30 da  Papa Pio XI: sono una grande attrazione turistica che si arricchirà presto di uno spazio per la degustazione dei prodotti. Anche dell’olio extravergine (fruttato delicato) che si ricava da 1500 piante di ulivo (tra i quali quello del Getzemani, regalato da re Hussein a Paolo VI) e del vino rosso, Cesanese del Piglio in purezza, Trebbiano e Malvasia.  Per l’estate sarà pronto il gelato. Il responsabile del settore agrario e giardini Alessandro Reali è già all’opera: vaniglia e cacao solo da latte nobile. “Attraversare questi luoghi – afferma il direttore delle Ville Pontificie – è come sfogliare un libro di storia: l’impero romano e il papato. In più la vita privata dei pontefici e tutta la loro religiosità”. Ci sono anche tracce del passaggio di Barack Obama: in occasione della sua visita in Vaticano il Presidente degli Stati Uniti ha regalato al Santo Padre i semi dell’orto della Casa Bianca: sono nate zucchine gialle, varietà di prezzemolo e spinaci giganti, carote, cetrioli e okra.

Expo, riflessioni sulle inequità

I temi della nutrizione sono cari a Papa Francesco: nel suo video diffuso in occasione del convegno milanese dedicato a “Expo delle idee, il modello alimentare italiano per nutrire il pianeta, tra innovazione e sostenibilità” ha affermato che “oltre all’interesse per la produzione, la disponibilità di cibo e l’accesso a esso, il cambiamento climatico, il commercio agricolo, che sono questioni ispiratrici cruciali, la prima preoccupazione deve essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza. Oggi, infatti, nonostante il moltiplicarsi delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicava come paradosso dell’abbondanza”. E ha suggerito tre atteggiamenti concreti contro l’inequità: risolvere le cause strutturali della povertà,  amministrare la cosa pubblica occupandosi della dignità della persona umana e del bene comune, farsi custodi e non padroni della terra.

55 ettari di natura, architettura e spiritualità

Delle Ville Pontificie  però Francesco conosce più che altro i prodotti che ogni giorno arrivano sulla tavola di Santa Marta. Vi si è recato solo in poche occasioni, incontrando giardinieri e agricoltori, ma non vi ha mai soggiornato. Il parco  – inserito tra i “100 giardini per Expo 2015” –  è  un’oasi naturalistica, architettonica, spirituale: giardini all’italiana, scenografie botaniche con tocchi déco, boschi e prati di erba medica. Superato il Palazzo Pontificio e Villa Cybo, si scoprono gli  imponenti resti della villa di Domiziano, il teatro imperiale con i mosaici quasi intatti nei camerini, l’ippodromo e il criptoportico. Una magnolia centenaria svetta tra capolavori di arte topiaria (ditali, spalliere, frattoni e altre potature speciali per lecci, cespugli di mirto, camelie, alloro, cipressi, siepi di mortella), agrumeti e giardini con parterre a cassettoni  e a labirinto. Si cammina tra monumenti naturali (ulivi e  cedri del Libano secolari), lungo il viale delle rose, nel piazzale dei lecci (esemplari maestosi), fino alla Madonnina dove si inginocchiava Papa Wojtyla, tra i giardini di ombra e di sole dove  passeggiava Pio VI sostando nel padiglione del riposo,  lungo i sentieri percorsi da  Urbano VIII  con il breviario in mano. Per affacciarsi infine alla balaustra del Belvedere che guarda da lontano il mar Tirreno.

Credits: Marcello Lambertini Padovani

Foto per gentile concessione del Governatorato SCV

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