Food24

Favara, nel cuore della Sicilia un progetto ardito tra arte contemporanea e…

  • Abbonati
  • Accedi
Ristoranti

Favara, nel cuore della Sicilia un progetto ardito tra arte contemporanea e cibo di strada

Il “nam” non è certo la pasta con le sarde né il “chawarma” si avvicina vagamente a u pani câ meusa. Eppure siamo a due passi dalla Valle dei Templi, Sicilia estrema, vicinissimi ad Agrigento, la Girgenti normanna, ma prima greca, romana, araba. Benvenuti a Favara, dove la cucina è già meticcia di suo, come la terra e il mare, come la cultura. Luogo di incroci e metamorfosi in cui l’architettura, l’arte e il design trasformano di continuo gli antichi cortili e i giardini della kasba. E’ lì che Ginger, start up di cucina africana, ha appena esordito con cuisine e apéritif multiethnique.

Le cuoche di Ginger

Spopolano tra artisti e turisti cocktail a base di yogurt, zenzero, menta e carcadè. I piatti tradizionali del Senegal o del Maghreb sono diventati abituale street food, proprio come arancine, fichi d’india e panelle, che pure sono in bella mostra fra prodotti tipici e pasta talk (chiacchiere in cucina) organizzati in apposite project room con cuochi, antropologi, architetti e creativi in residenza. Daniele Pario Perra, designer con il talento del comunicatore, è stato fra i primi a imbracciare il mattarello. Il tocco glam è un corner Moet & Chandon con sandwhicheria e proiezioni.

Muniti di brochettes (spiedini di pollo marinati e verdure), akra (polpette di crema di fagioli fritte) o brik a l’oeuf (in versione take away) ci si incammina per il Farm cultural park, galleria d’arte dentro e fuori le case del centro storico, al quale il blog britannico Purple Travel ha assegnato il sesto posto nella classifica mondiale delle mete turistiche preferite dagli amanti dell’arte contemporanea, dopo Firenze, Parigi, Bilbao, le isole della Grecia e New York.
Nei cortili arabi di Favara, il Nord Europa dialoga con il Medio Oriente, il Sud America con il Salento. E tra mostre, cibo e installazioni, si ragiona di urbanistica e di territorio, di immaginazione sostenibile, misurandosi con i giganteschi murales di Mr Thoms, discutendo di upcycling (riutilizzo di materiali riciclati), ascoltando storie di riscatto del Sud.

Intanto nel vecchio rudere di Palazzo Michele Cafisi, ex fabbrica di falci, si tracciano nuovi percorsi espositivi con installazioni, performance, produzioni sonore e video mapping. Palazzo Piscopo, che è adesso una struttura alberghiera molto contemporanea, resta laboratorio di architettura per riflettere sul rapporto dialettico tra riuso e restauro. Incantevoli le foto di “Melodrama of Mood” che raccontano le misteriose atmosfere di Hong Kong in impensabili spazi espositivi. Sulle fotografie, la firma dell’americano di origini turche Akif Hakan. Permanenti le immagini del trasgressivo Terry Richardson. Ad accogliere i visitatori, gli imperativi arrabbiati di Vlady Art, diktat subliminali della nostra epoca, pennellati sulle facciate delle case: eat, sleep, spend, pay, hope, buy, follow, consume.

Da un cortile all’altro, anche l’offerta gastronomica è cangiante: oltre alle prelibatezze africane si gustano i migliori prodotti siciliani (Slow Food), i succhi freschi e le delizie di Made by Zolla (due architetti per merende crudiste), ricette vegane con Cartaelatte, cibo di strada e della tradizione preparato dal collettivo Stuzzicadenti (fusion di cucina e architettura). L’ottica è sempre quella dell’inclusione sociale. I nuovi spazi appena inaugurati (Farm XL) saranno anche laboratori per bambini, ai fornelli sotto l’ala dell’esperto: il superchef Pino Cuttaia.
Dietro questa rivoluzione totale c’è la mano (le idee, l’amore per l’arte) di due favaresi: Andrea Bartoli, giovane notaio, collezionista e produttore d’arte contemporanea e sua moglie Florinda Saieva, consulente per il tribunale ecclesiastico. Ispirati da luoghi mitici, come Place Jamee el fna, cuore di Marrakech, il Palais de Tokyo di Parigi, il mercato di Camden Town di Londra, hanno realizzato, solo con le proprie forze, il primo centro culturale, turistico, contemporaneo italiano. “Restituendo a Favara – dice Florinda – la dimensione del sogno”.

© Riproduzione riservata