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Arriva l'alcol in bustina: basta aggiungere un po' d'acqua ed…

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Arriva l'alcol in bustina: basta aggiungere un po' d'acqua ed ecco una vodka (ma anche un rum o un mojito)

Hai appena finito di a) lavorare b) fare esercizio in palestra c) correre da un angolo all’altro della città per finire le commissioni della giornata. Sarebbe il momento ideale per l’aperitivo e ti si materializza davanti agli occhi il miraggio di un mojito ma non hai il tempo per sederti al tavolino del bar giusto.

Nessun problema. Tiri fuori dalla tasca la tua bustina, chiedi un bicchier d’acqua ed è fatta. Ecco il mojito fai-da-te (ma anche il Cosmopolitan, un Margarita, Vodka o Rum). Non è uno scherzo. L’alcol in bustina esiste davvero. Si chiama Palcohol ed è stato creato in America. Nomen omen: Palcohol da Pal (compagno, amico) e alcol. Sostanzialmente è alcol liofilizzato, a cui va aggiunta acqua – o coca-cola o succhi di frutta per creare long drink.

L’alcol in bustina: dove si compra? 

Dove si può acquistare? Ovunque si può comperare una bottiglia di liquore visto che il Palcohol è “liquore in polvere” si legge nel sito ufficiale della polverina magica: occorre aver superato l’età al di sotto della quale la vendita è illecita, sarà disponibile anche fuori degli States e si potrà acquistare pure online. Ma bisognerà attendere fino all’autunno, avvertono i produttori e non saranno resi disponibili campioni prima di quell’epoca.

Tanto per alimentare ulteriormente l’attesa Lipsmark, l’azienda madre di Palcohol, annuncia inaspettati utilizzi anche in cucina: pare sia stato provato con successo sul guacamole e nelle insalate…

Sei versioni per il bar fai-da-te

Per il momento sono previste sei versioni di Palcohol. “V” polvere derivata da una premium vodka distillata quattro volte, “R” prodotta con un pregiato Rum portoricano, più quattro cocktail, Cosmopolitan, Mojito, Powderita che ha il sapore di Margarita e Lemon Drop.

L’idea è venuta a Mark Phillips, già conosciuto per il suo approccio non-istituzionale verso il mondo del vino (conduce programmi tv sul vino e ha scritto il libro Swallow This, a Progressive Approach to wine). Smentita dal sito ufficiale una dichiarazione a lui attribuita (“cosa c’è di peggio che andare ad un concerto o ad un evento sportivo e dover pagare 15 o 20 dollari per un cocktail? Prendete Palcohol e potrete gustare un drink per un prezzo molto più basso”).

Il Bureau primo approva poi si pente

L’aspetto più straordinario (e per molti inaspettato) della vicenda è il fatto che il liquore in polvere è stato approvato dall’Alcohol and Tobacco Tax and Trade Buereau. Il via libera è arrivato lo scorso 8 aprile, ma quando la notizia ha cominciato a diffondersi, facendo nascere vivaci polemiche (per usare un eufemismo) qualcuno al Bureau deve aver pensato che non si sia trattato di una buona idea. E quindi si è corsi affannosamente – e come sempre in questi casi in maniera un po’ maldestra – a innescare la marcia indietro. Così ora l’ente ha annunciato che l’approvazione del Palcohol era stata data “per errore” e quindi andava ritirata.

Da parte sua l’azienda produttrice sostiene che il ritiro dell’approvazione è solo relativo a un’etichetta, in particolare all’indicazione dell’esatta quantità del contenuto della bustina. “Ripresenteremo una bustina corretta” ha fatto sapere. Aggiungendo – per tranquillizzare i più dubbiosi – che l’alcol in polvere non si può sniffare. E – questo a favore dei salutisti – che ogni bustina contiene solo 80 calorie.

A quel punto cosa farà il Bureau? Se lo chiedono, con ansia, eserciti di potenziali consumatori…. Di sicuro non i barman, che vedono il Palcohol come il fumo negli occhi. In attesa che si pronuncino i medici su eventuali rischi per la salute dalla assunzione di Palcohol, resta il dubbio: ma che gusto hanno questi liquori fai-da-te? Per ora nessun esperto si è ancora espresso.

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