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Meno quattro a Eataly Smeraldo: ecco com'è. Dal palco…

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Meno quattro a Eataly Smeraldo: ecco com'è. Dal palco circolare al ristorante "appeso" sulla piazza

Sono arrivate 400 paia di Superga verdi. Saranno il segno distintivo di Eataly che sta per aprire a Milano (il 18, ma ormai se ne parla talmente che sembra già in funzione) in quello che era il teatro Smeraldo. Verdi come le quattro colonne che accoglieranno i clienti all’entrata del food store delle meraviglie. E tutte ai piedi dei giovani assunti per portare a Milano il format che ha fatto innamorare i newyorkesi.

Se fai il giro con Oscar Farinetti – tra operai che finiscono di pitturare, altri che tolgono dagli imballaggi tavoli e poltroncine, altri ancora che improvvisano un sound check dal palco – ti sembra davvero di essere in mezzo a una specie di regno delle meraviglie. Qui si faranno ogni giorno le mozzarelle, là si sta infornando il pane, da qui usciranno i dolci “magri” di zucchero di Luca Monrtasino, ancora più in là i mitici fratelli Maioli prepareranno al momento la piadina. E poi cioccolato, gelati, fritti, tagliatelle e ravioli (anche questi fatti ogni giorno davanti ai clienti).

Una cornucopia del buono italiano, nello stile farinettiano. Che è quello in base al quale il figlio Nicola (uno degli amministratori delegati di Eataly) gira in jeans e dà una mano a scaricare, mentre la moglie Graziella dispone sugli scaffali i gadget per la casa, sulla scelta dei quali ha l’ultima parola.

Per me questo è l’Eataly più bello, con quel palco circolare che si sporge tra un piano e l’altro  (“abbiamo usato il legno del palco originale dello Smeraldo” ci tiene a precisare Oscar) e dove ogni sera ci sarà intrattenimento: musica, letture, ospiti a sorpresa.

Altrettanto bello il ristorante stellato Alice di Viviana Varese e Sandra Ciciriello, anch’esso un po’ “appeso” su piazza XXV Aprile, con una vetrata spettacolare sull’arco e tavoli di legno antico che non conosceranno tovaglie: quello conviviale – un lungo tavolo per 12 posti – è fatto con legno neozelandese di 48mila anni, “mangeremo su un dinosauro” sperza la chef Viviana.

Il successo è garantito. Adesso non resta che aspettare il 18. Ci sarà Dario Fo, e forse Celentano.

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