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Non solo fiori, arriva il profumo al barbecue e al ragù

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Non solo fiori, arriva il profumo al barbecue e al ragù

Si parla così tanto di food in questo periodo che per essere sempre sul pezzo senza dover ordinare (e mangiare) un’enorme quantità di piatti (rigorosamente da instagrammare) la soluzione potrebbe essere quella di indossarli. Si è sempre cercato di dare un’ulteriore senso ai piatti, potenziando la percezione del gusto, aggiungendo essenze ed estratti alle pietanze, dando diverse consistenze e temperature alle preparazioni, concentrando i sapori per sprigionarli al momento della presentazione, quasi teatralizzata. Il passo ulteriore è quello di indossare i piatti, nella loro essenza: il profumo, il ricordo proustiano di una cena.

Le essenze “gastronomiche”

Jo Malone ha creato una collezione che rielabora le note del tè, Rare Teas, reinterpretando i sentori dei più pregiati in chiave moderna, nascono così sei inedite fragranze: dal più delicato, Silver Needle Tea, il profondo e avvolgente Oolong Tea, il sensuale Midnight Black Tea, il magnetico Golden Needles Tea, l’intenso Jade Leaf Tea e l’ esotico Darjeeling tea.

Chad Murawczyk di MiN New York ha realizzato un profumo chiamato Chef’s Table: “Tutto è possibile quando si è abbastanza audaci da rischiare il tutto per tutto, ho cercato di creare un’esperienza autentica che riveli qualcosa di noi che abbiamo lasciato nascosto. Nasce così Scent Stories, storie di profumo, un viaggio olfattivo in un territorio di giochi sensoriali e non poteva mancare il gusto, la cucina”. Dalla fattoria alla tavola in un giardino “de la Provence”: pomodori maturi, cassis, rose Cuisses de Nymphe, iris pallida ed erbe fresche che fioriscono sotto il sole. La particolarità è che il profumo, ispirato dal mondo della cucina, può tornare alle sue radici: con una ricetta custodita all’interno della scatola del profumo si può realizzare un prezioso gazpacho, profumato allo Chef’s Table.

Dal Giappone il profumo al barbecue

Akihiko Iyod, un ragazzo giapponese che aveva il sogno di imprigionare i profumi dei cibi perché “la lingua percepisce solo il 20-30% del gusto; il resto sta al naso che compensa con il 50-60%. Il 10% del processo è completato dalle orecchie” e ha così creato una colonia al barbecue: “i grassi estraggono l’odore e il sapore degli alimenti, come le spezie o la carne; il tutto può essere filtrato e messo in una boccetta. Semplice e indolore. E una volta spruzzato addosso si sa davvero di carne alla brace, lo trovo irresistibile”. Ma si è spinto oltre: “voglio cambiare il sapore del cibo aggiungendo un altro profumo.“
Una volta creato il profumo del cibo desiderato lo si spruzza su una gelatina senza gusto fatta di agar agar e il risultato è sorprendente: con diversi profumi la gelatina assume il gusto di diversi cibi.

…e quello al ragù napoletano

Gabriella Chieffo, ha pensato un profumo ancor più provocatorio: si occupa di energie rinnovabili a Lecce ma non ha mai dimenticato la sua Napoli, ecco l’idea di cercare “una fragranza che sprigioni un aroma di festa, speziata quanto basta per ricordarmi i weekend nella casa di Napoli, che iniziavano con la preparazione del ragù classico che deve cuocere molto lentamente fino alla fine dei pranzi della domenica”. Ed ecco fatto: il profumo al ragù: solo per partner golosi.

L’aperitivo olfattivo

C’è invece chi, con esperienze da profumieri alle spalle, ha voluto costruire dei cocktail: all’interno del primo Hotel à Parfum, Magna Pars Suites Milano, sede della storica fabbrica di profumi della famiglia Martone, vi è il LabSolue il nuovo Perfume Laboratory, dove si possono sorseggiare i 29 Lab-Cocktails per un vero e proprio aperitivo olfattivo: dalle essenze di lavanda, gelsomino, rosa, bergamotto e melograno si possono creare quasi trenta cocktail per un appuntamento speciale al Liquidambar di via Forcella 6 a Milano.

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