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Quel mare d'Olanda diventato improvvisamente gourmet

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Ristoranti

Quel mare d'Olanda diventato improvvisamente gourmet

In quella regione in cui l’aria sa di mare e non solo per il nome, lo Zeeland, al confine tra Olanda e Belgio, deputata da anni a seconda casa dei ricchi belgi e olandesi e meta estiva modaiola, c’è un vero e proprio boom delle attività ristorative (+6%) e il fatto che i prezzi stiano aumentando sembra non essere un problema. In generale nel 2015 il fatturato generato dal settore alberghi e ristoranti nei Paesi Bassi è cresciuto più rapidamente rispetto alla media di tutta l’Ue  secondo lo Statistics Netherlands (CBS) sulla base delle proprie ricerche e dei dati Eurostat.

Concentrazione di stelle

Al momento ci sono oltre cento stelle Michelin in Olanda e ventisette nell’arco di quelle poche centinaia di chilometri dello Zeeland: i cosiddetti “kitchen rebels” sono mediamente bistellati, hanno un’età media sotto i 35 anni, un profondo rispetto per la stagionalità degli ingredienti, un’attenzione verso i coltivatori e i prodotti locali e le loro parole d’ordine sono: creatività, innovazione e un pizzico di Rock’ n’ Roll. Importanti esperienze franco-anglofone, dove hanno imparato le basi e le tecniche de la “Grand Cuisine” e un profondo attaccamento al territorio, che li rende i primi promotori all’estero delle materie prime e dei prodotti locali completa il tutto. Bruges, a pochi chilometri dallo Zeeland e capitale fiamminga, detiene il record per il maggior numero di stelle per metro quadrato.

Il successo della ristorazione traina quello delle materie prime locali e quindi dell’agricoltura (che genera un giro d’affari di 1,7 miliardi di euro, di cui 800 milioni di valore aggiunto e il 15% dell’occupazione). Il governo sostiene e stimola l’attività agricola soprattutto gli imprenditori under 40, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dall’Unione europea.

La regione dello Zeeland

Agricoltura 2.0

Tra le realtà più significative dello Zeeland troviamo nella piccola Eede la patria dell’asparago nella fattoria Spitsbroek, dove giovani imprenditori estraggono a mano i gambi delle piante ma utilizzano una tecnologia innovativa per pelarli, misurarli e dividerli a seconda delle dimensioni e del possibile utilizzo. Nell’azienda Biosfeer, nata dall’idea di Nick Sinke, una carriera di 20 anni in posizioni dirigenziali in aziende come HMI, Heineken, Accor e Servex, e cinque anni come consulente di gestione indipendente, si è realizzato il modello della Marleen Herbs che dalla Tasmania, prima nel mondo, coltiva e lavora le erbe officinali con metodi sostenibili e che esporta la produzione in tutto il mondo. Infine la cooperativa Food Delta Zeeland raggruppa una moltitudine di piccoli produttori locali, da chi ha ristrutturato un vecchio mulino e produce il pane alle alghe, proprio in riva al mare, a chi ha una piccola azienda di ostriche prelibate, a uno dei pochi produttori di vino dello Zeeland: il prossimo appuntamento per conoscerli è la Dutch Agrifood Week dal 12 al 25 ottobre.

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