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Non solo Praga, alla scoperta della Moravia, tra vigneti, microbirrifici e cocktail bar

Per i praghesi avvezzi al sarcasmo, Brno è una curva sulla strada verso Ostrava. Al di là dell’ostentato ironico disprezzo della capitale, è probabilmente vero che fino a qualche anno fa la seconda città della Reppublica Ceca, nonché capoluogo della Moravia, non rappresentava un’attrazione imperdibile se non per gli appassionati di motori che si davano appuntamento sul circuito brnese per il MotoGP o la Superbike.

I luoghi comuni vanno però sfatati e se pure il New York Times ha segnalato Brno come città da visitare nel 2016 – per l’architettura, l’atmosfera, il cibo – allora vale la pena di farsi tentare da una “deviazione” nel cuore della Moravia. E le sorprese non mancano, soprattutto per chi in passato l’ha fatta qualche tappa in città.

Se vivace e giovane lo è sempre stata, grazie alla presenza di studenti universitari che sono quasi un quarto della popolazione, Brno ha saputo reinventarsi in un mix di qualità della vita, vivacità, curiosità. Integralmente sotto tutela, il centro della città è un mix di architetture storiche e funzionalismo tra Náměstí Svobody e la popolare Zelný trh, che dai tempi della fondazione della città (XIII secolo) ospita il mercato cittadino, con banchi di frutta e ortaggi e pollame: ispira i cuochi e le massaie facendo da contraltare a edifici in stile gotico e rinascimentale (Malý Špalíček), a fianco della fontana barocca del Parnaso e soprattutto del Divadlo Reduta, il teatro più antico dell’Europa centrale sopravvissuto dal 1733.

Scendendo dalla collina di Petrov, dominata dalla cattedrale neogotica dedicata ai Santi Pietro e Paolo, una lapide celebra František Ondřej Poupě – il padre della tecnica moderna di produzione della birra pils – giusto per ricordare che in Moravia non esiste solo il vino.

Funzionalismo e sapori

Il più famoso esempio di architettura funzionalista a Brno è senza dubbio Villa Tugendhat, costruita dall’omonima famiglia nel 1929/1930 su progetto dell’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe e oggi patrimonio Unesco. Nelle stanze dell’edificio si respira un tempo fuggito troppo presto – come la famiglia che lo abitava, fuggita prima dal nazismo e poi espropriata dal regime socialista – e si scoprono soluzioni tecniche ed estetiche capaci di incantare a quasi un secolo di distanza (www.tugendhat.eu).

Meno monumentale, ma altrettanto devoto ai canoni del funzionalismo, il Café Era (kavarnaera.cz) a pochi minuti di distanza è una tappa interessante nel cuore della Brno residenziale. Il menu accoglie piatti della tradizione morava e contaminazioni più curiose, mentre più che il vino incuriosisce la birra di produzione locale Dalešice, dal sapore intenso e leggermente fruttato (inconsueto per una birra ceca).

Cocktail & beer, per una vita notturna vivace

Archiviata nel taccuino da turisti zelanti la visita al municipio antico con la torre del 13. secolo, alla cripta dei Cappuccini in Kapucínské náměstí, al Castello Špilberk (fortezza e prigione celeberrima), vale la pena di scoprire la vivacità della capitale morava all’ora dell’aperitivo e fino a notte inoltrata. Si inizia presto, con gruppi sempre più numerosi di giovani raccolti nella piazzetta dietro la centralissima chiesa di Sv. Jakub a sorseggiare una delle birre servite al banco di Výčep Na stojáka. Il bar seleziona le produzioni limitate di ‘minipivovar’ in Moravia e le serve alla spina, accompagnate da piatti semplici della tradizione ceca – dalla zuppa alle salsicce artigianali, dall’affettato al formaggio Hermelín.

Quando l’ora si fa più tarda, da non mancare un passaggio al Bar který neexistuje (letteralmente, il Bar che non esiste). L’ambiente attrae con lo spirito industrial, tra pareti in cemento grezzo e tubi a vista, ma è anche confortevole e raffinato; il must però sono i cocktail, dagli eccellenti prodotti della tradizione alle creazioni dei bartender locali che incuriosiscono con l’accostamento di ingredienti inconsueti: rum, limone, chartreuse e composta di uvaspina, oppure gin, porto bianco, polpa di mango e avocado, sale piccante, tè al gelsomino e profumo di gelsomino, oppure gin, acqua di pomodoro, caffè filtrato a freddo e infusione di cacao, fino ad un provocatorio gin, vermut secco infuso con cenere di cipolla bruciata, tintura di cipolla e cipollina sottaceto…

Per l’ultimo bicchiere, dedicato a che ama far molto tardi, il Club Poslední Leč (sempre dietro Sv. Jakub) regala atmosfere da vecchia Cecoslovacchia.

Il cuore della Moravia è un vigneto

Uscire da Brno e inoltrarsi tra le colline della Moravia significa scoprire un paesaggio dolce di vigneti, cantine e borghi ben conservati.

Se la Festa del vino a Brno si celebra a inizio giugno, il momento migliore per cogliere sapori e avvinamenti della regione è in settembre con lo Slovácko Wine Festival – quest’anno in calendario il 10 e l’11 settembre – che ha il suo epicentro nella cittadina di Uherské Hradiště (www.slavnostivinauh.cz). Tra musiche tradizionali e balli tradizionali in costume, la visita ai monumenti è gratuita e si può accedere a degustazioni di vini locali.

Per degustazioni più accurate ad ampio spettro e un acquisto consapevole, è però consigliabile far tappa al castello di Valtice, che nei sotterranei ospita il Národní vinařské centrum (www.vinarskecentrum.cz) dove sono esposte e disponibili per una degustazione le migliori 100 etichette premiate al Salon vín České republiky. Il concorso è aperto solo a vini prodotti con uve coltivate in Repubblica Ceca e sottopone i prodotti ad una attenta selezione.

Qualche esempio? Il Ryzlink vlašský 2013 della cantina Vinselekt Michlovský (Gold medal 2015) ha un ottimo bilanciamento tra freschezza e acidità, con bouquet elegante, mentre il Chardonnay 2012 di Pavel Kosík esprime con equilibrio i sentori maturati in 24 mesi di barrique e ha un’ottima struttura e un sapore pieno. Il Sauvignon blanc 2014 di Vinařství Mikrosvín Mikulov (Gold medal 2015) non regge probabilmente il confronto con i cugini friulani, ma offre una dolcezza raffinata pur di breve persistenza. Il pluripremiato Rosé Nad Zahrady 2014 di Víno J. Stávek risulta meno sdolcinato di qualche parigrado francese, ma si rivela interessante soprattutto per la persistenza del gusto e i forti profumi di frutti rossi. Passando ai rossi, la più conosciuta Frankovka è per appassionati di uvaggi moravi, ma il Zweigeltrebe barrique 2012 della cantina Habánské sklepy (molto apprezzato ai concorsi cechi) vanta una rotondità e un equilibrio che lo rendono apprezzabile anche per i palati abituati ai rossi francesi o italiani. Valgono l’assaggio anche il Laurot 2012 di Vinselekt Michlovský (Gold medal 2015), che ha tutte le caratteristiche di un buon passito, pur con gradazione non eccessiva, e l’Alibernet 2012 di Štěpán Maňák, un barricato di grande intensità premiato anche in Spagna e Israele.

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