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Nero d'Avola, tutto il carattere della Sicilia nel bicchiere

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Nero d'Avola, tutto il carattere della Sicilia nel bicchiere

Probabilmente la coltura della vite era presente in Sicilia già nell’era terziaria, come sembrerebbero testimoniare dei ritrovamenti alle falde dell’Etna. Un ruolo fondamentale nella diffusione di tale coltura fu svolto dai Fenici prima, dai Greci e dai Romani poi.

Il più famoso vitigno autoctono a bacca scura della Sicilia è senz’altro il Nero d’Avola: si ritiene sia stato introdotto nell’isola ai tempi della colonizzazione greca. La sua coltivazione è diffusa in tutta la Sicilia, credo siano 12.000 gli ettari vitati. Originariamente era coltivato soprattutto in provincia di Siracusa, penso a Pachino e Noto. Notevoli differenze si possono riscontrare a seconda dell’area di produzione: i Nero d’Avola provenienti da occidente sono solitamente più irruenti e muscolosi, quelli orientali denotano una maggiore finezza.

Tradizionalmente viene chiamato anche Calabrese, non tanto per la presenza in Calabria del vitigno, ma quanto per l’errata traduzione del termine dialettale siciliano “calaurisi”, con il quale si indicava l’uva Nero d’Avola: calaurisi nasce dall’unione di “calea”, uva, e “aulisi”, di Avola. Altri ritengono che il nome “Calabrese” derivi dal fatto che nei secoli scorsi gli esportatori di vini siciliani all’estero li spacciassero a volte per vini calabresi, in quanto sembra fosse più facile vendere vini del meridione piuttosto che vini isolani.

Nel tempo l’uso prevalente del Nero d’Avola è stato come vino da taglio: la storia è cambiata a partire dagli anni ’70 con investimenti e sperimentazioni volti alla sua valorizzazione, riuscendo ad abbassare in parte il contenuto di zuccheri, aumentandone l’acidità, arrivando cosi a farne, vinificato in purezza, uno dei grandi vini rossi d’Italia.

Molti sono i Nero d’Avola famosi in Italia e nel mondo, penso al Cembali di Baglio di Pianetto, al Saia di Feudo Maccari, al Lu Patri di Baglio del Cristo di Campobello, all’Harmonium di Firriato, al Sherazade di Donnafugata, al Duca Enrico di Duca di Salaparuta, al Siccagno di Arianna Occhipinti, tanto per fare alcuni nomi.

In questi giorni mi è capitato di assagiare quelli di Fazio e di Fondo Antico, di cui vi voglio raccontare qualcosa.

Casa Vinicola Fazio – Erice (TP)

La famiglia Fazio si occupa di vino da 4 generazioni: a capo dell’azienda vi sono oggi Girolamo e Vincenzo, ben supportati dall’enologo Giacomo Ansaldi e dal direttore di produzione Filippo Angileri. L’azienda è di grandi dimensioni, con, credo, 600 ettari vitati ed una produzione di 1.000.000 di bottiglie, ripartite sia su vini da vitigni internazionali sia da vitigni autoctoni, principalmente Grillo, Catarratto, Inzolia e Nero d’Avola. Storicamente attenti alla sostenibilità ambientale, i Fazio sono anche stati tra i principali promotori della DOC Erice, nata nel 2004, che ricade nella provincia di Trapani e comprende i terreni vocati alla qualita’ di tutto il territorio del comune di Buseto Palizzolo e parte dei territori dei comuni di Erice, Valderice, Custonaci, Castellammare del Golfo, Paceco e Trapani. Ho assaggiato il loro Pietrasacra

Erice Rosso Riserva DOC PietraSacra 2009

Nero d’Avola in purezza, prodotto in circa 10.000 bottiglie, con un tenore alcolico del 14 %.

Etichetta importante per l’azienda, prodotta solo nelle annate migliori. Vendemmia manuale in cassetta, dopo la vinificazione ci sono 24 mesi di affinamento in barrique, a cui seguono almeno 12 mesi di affinamento in bottiglia.

Nel bicchiere si presenta di colore rosso rubino, intenso con dei riflessi granato.

Profumi fruttati, soprattutto di frutta sotto spirito ed intense note speziate, vaniglia, pepe nero e liquirizia. Non mancano il cuio, le note balsamiche ed un accenno di macchia mediterranea.  Alla beva è caldo, avvolgente, equilibrato nei tannini, di grande persistenza.

Prezzo in enoteca:  25 €

Fondo Antico – Trapani (TP)

Siamo a pochi chilometri da Trapani, in frazione Rilievo, proprio sulla strada tra Trapani e Marsala: qui sorge l’azienda agricola da diverse generazioni di proprietà della famiglia Polizzotti Scuderi. Nel 1995 Giuseppe Polizzotti, farmacista di Marsala, decide di investire sulle vigne e di costruire una nuova cantina, anche per seguire le orme di nonno e papà. Attualmente sono 80 gli ettari di vigneti, in parte di vitigni internazionali – Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Chardonnay – ed in parte di vitigni autoctoni – Nero d’Avola, Grillo ed Inzolia – sui quali si è deciso di puntare dopo il 2004.

L’azienda è attenta alle problematiche ambientali, riducendo l’uso di fitofarmaci e utilizzando fonti di energie alternative per ridurre le emissioni di CO2 . La produzione attuale è di 500.000 bottiglie. L’enologo è Lorenzo Scianna.

Ho apprezzato il rosato Aprile

Sicilia Rosato DOC Aprile 2015APRILE

Nero d’avola in purezza, con un tenore alcolico del 12,5 %.

Effettua 12 ore di macerazione a freddo sulle bucce, seguita da vinificazione in bianco a temperatura controllata. Affinamento di 4/6 mesi in acciaio per poi passare in bottiglia.

Di colore quasi cerasuolo, intenso, luminoso e brillante, mi piace per i suoi profumi, tanta ciliegia e melograno, note floreali, fresco ed appagante. Un vino che io definisco allegro, di grande piacevolezza in bocca, un’interpretazione originale e divertente del vitigno.

Prezzo in enoteca:   € 6,5-9,5

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