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Produrre sete e cachemire senza inquinare? Servono i gamberetti

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Produrre sete e cachemire senza inquinare? Servono i gamberetti

Gamberetti in soccorso del tessile. Un’innovazione tutta italiana renderà più sostenibile la produzione di tessuti in lana, seta e cachemire. Il diavolo spesso si nasconde nei dettagli e così, quando pensiamo a produzioni inquinanti, sottovalutiamo i pericoli ambientali che si celano dietro alla lavorazione delle stoffe. E invece, ricerche effettuate da Greenpeace hanno rivelato come in alcuni casi le industrie tessili rilascino scarichi altamente pericolosi nei fiumi. Una minaccia per l’ambiente e per la salute umana: alcuni di questi composti hanno la capacità di alterare il sistema ormonale degli esseri umani, altri quello riproduttivo. Molte sostanze, poi, sono persistenti nell’ambiente perché non si degradano facilmente e si accumulano negli organismi viventi, fino ad arrivare all’uomo.

Gli stabilimenti Canepa

Ciclo produttivo green alla Canepa

Così una ditta del comasco ha deciso di rendere più ‘pulito’ il proprio ciclo produttivo, anche grazie alla scoperta di una sostanza presente nell’esoscheletro dei crostacei. Canepa di San Fermo della Battaglia (Co), leader nel settore della produzione di tessuti di fascia alta, ha il primato di essere stata la prima azienda tessile al mondo che ha aderito nel 2013 alla campagna Detox lanciata da Greenpeace per abbattere l’impatto ambientale della produzione di filati e tessuti, sottoscrivendo gli impegni contenuti nel Detox Solution Commitment che mirano a liberare entro il 2020 la moda dalle sostanze tossiche attualmente utilizzate. “Vogliamo contribuire alla crescita di una moda rispettosa dell’ambiente aiutando i migliori marchi della moda a produrre gli splendidi capi e accessori che sanno creare e che con i nostri tessuti hanno una qualità in più, quella di non inquinare un bene prezioso come l’acqua” aveva all’epoca dichiarato la titolare Elisabetta Canepa.

Risparmio di acqua

In questi tre anni, Canepa ha quindi sviluppato i progetti SAVEtheWATER, Kitotex e Metacrilammide-free che consentono l’eliminazione di alcune sostanze normalmente utilizzate nei processi di preparazione della tessitura come l’alcol polivinilico e la metacrilammide e limitano l’uso di sostanze sbiancanti e di detergenti. L’applicazione di queste tecnologie consente inoltre rilevanti riduzioni nell’uso di acqua (l’impiego di acqua per kg di tessuto può ridursi fino a 20 litri rispetto ai 300 delle tecnologie tradizionali). “Con il procedimento SAVEtheWATER che in Canepa sta entrando a pieno regime – spiega Alfonso Saibene Canepa, responsabile supply chain di Gruppo Canepa – si sono già realizzati significativi risparmi complessivi per il 30% di acqua e il 25% di energia, oltre all’eliminazione delle sostanze chimiche dannose e non immettendo nell’ambiente microparticelle di microplastiche”. Nel 2015, i risparmi complessivi nei consumi di acqua sono stati pari a 230mila metri cubi, mentre il risparmio di energia è risultato di oltre 1.230.000kw. Risparmi che in termini economici ammontano a circa 350mila euro.

Il polimero derivato dalla chitina

Il programma nasce dai laboratori di ricerca CanepaEvolution, reparto del gruppo creato per guidare l’innovazione nel processo produttivo. La svolta grazie alla scoperta del Kitotex, un polimero di origine naturale derivato dalla chitina, sostanza che si trova negli esoscheletri dei gamberi e che è uno scarto dell’industria alimentare. A parte il suo essere atossico, offre anche importanti vantaggi per la salute: è antibatterico e anti-acaro e aiuta a stimolare la circolazione sanguigna. Caratteristiche che trovano applicazione anche al di fuori dell’alta moda, come dimostra la collaborazione iniziata nel 2014 con l’Esercito Italiano o la partnership con Italdenim che ha portato alla produzione di oltre 6 milioni di metri di denim, grazie a un accordo di licenza sottoscritto con Canepa. “A oggi sono stati già raggiunti importanti accordi con marchi internazionali del fashion”.

Nuovo procedimento ignifugo

“Inoltre, in collaborazione con Tfa e Tinteco – conclude Saibene Canepa – abbiamo messo a punto un procedimento ignifugo che aiuta ad eliminare bromurati e clorurati ritardanti di fiamma. Questo procedimento applicato su tessuti ultraleggeri come chiffon, crepon, georgette e organza, riduce la velocità di combustione in conformità con la legislazione degli Stati Uniti e permette di rintrodurre nel mercato alcuni tessuti molto importanti della tradizione tessile che stavano per essere abbandonati dall’industria della moda, proprio per la difficoltà a superare i severi vincoli legislativi all’importazione adottati dagli Usa e dai Paesi Scandinavi”.

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