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Buono, sano, glamour: le parole d'ordine del made in Italy…

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Buono, sano, glamour: le parole d'ordine del made in Italy alimentare in Cina

L’obiettivo è rimontare sulle quantità esportate e sulla qualità percepita qui in Cina. Parte oggi per concludersi il 10 giugno Italian gourmet Carnival, una rassegna promozionale di prodotti alimentari italiani: in testa c’è l’olio extravergine, molto apprezzato in Cina ma ancora ben lontano dall’essere diffuso tanto e come dovrebbe.
L’evento, promosso da Ice e organizzato dalla Olive Branch Trading Co di Pechino rappresentata dalla general manager Li Xiaoli, ha coinvolto undici importatori cinesi in rappresentanza di 31 marchi del made in Italy.

Giro d’affari da 400 milioni

Le cifre sono importanti: il totale export agroalimentare italiano in Cina si attesta intorno a circa 400 milioni di euro (incluso quello del vino che nel 2015 è stato di 105 milioni di euro).  Ma c’è ancora molto da fare.
«Restiamo appena 19esimi fornitori di prodotti alimentari e bevande in Cina – dice Amedeo Scarpa, direttore Ice Pechino e coordinatore degli uffici Ice cinesi – anche per questo stiamo lanciando la nuova promozione integrata che, a livello nazionale, parte nel secondo trimestre del 2016».
Il contesto normativo cinese è complesso e in costante cambiamento, ci sono migliaia di regolamenti, molti dei quali si sovrappongono, creando una situazione vaga e molto confusa, specialmente per gli stranieri che operano qui.
Una trentina di incidenti gravi si sono verificati nel campo della sicurezza alimentare dal 2003 al 2014, il che – paradossalmente – ha accresciuto l’attenzione per il tema food & safety.

Più attenzione alla sicurezza alimentare

«C’è una percezione positiva dei cibi e del buon vino italiano, in generale, le marche estere sono considerate di qualità superiore rispetto ai brand nazionali, in particolare nei mercati di fascia alta che sono ancora dominati da marchi stranieri e prodotti importati», aggiunge Scarpa. L’ Italia ha mantenuto una forte quota di mercato di importazione in molte delle categorie food & beverage e ha una solida reputazione in termini di buon cibo e del vino in generale, quindi le sue importazioni si rivolgono in generale ai consumatori cinesi che puntano a più elevati standard di vita e a uno stile di vita più occidentalizzato».
Con l’ascesa dei giovani consumatori cinesi, nuovo driver di crescita dei consumi per l’F&B, i benefici per la salute e il benessere diventano una delle principali preoccupazioni nella decisione di acquisto.
Tra i prodotti emergenti ci sono vino, formaggi e latticini, olio d’oliva, considerati positivi per la salute in quanto parte della dieta. Ma senza una specifica attività di marketing sui benefici per la salute del vino italiano, del formaggio e delle importazioni di olio d’oliva, i consumatori cinesi non avranno tutti gli elementi necessari per decidere, dato che il reddito di quelli di fascia alta continuerà, invece, a crescere.

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