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Investire in arte conviene: la success story del Gavi

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Vino

Investire in arte conviene: la success story del Gavi

“Produttori di Vino Adottate l’arte e la cultura per promuovere vino e territorio”: è quanto emerge, in sintesi, dal 1° Rapporto nazionale ‘Wine Food&Arts, in Italia’ che sarà presentato venerdì mattina in occasione di Gavi for Arts evento con mostre, convegni, degustazioni e brindisi in programma dal 27 al 29 maggio a Gavi, in provincia di Alessandria.
Da un’indagine promossa dal Consorzio tutela del Gavi (in co-produzione con il Centro studi per il turismo dell’Università di Bergamo) su 219 progett è emerso che le aziende vitivinicole che investono in un nuovo packaging o in etichetta d’autore registrano un aumento del prodotto venduto (fino al 40% in più) e una maggiore visibilità aziendale (fino al 60%) che raggiunge il 92% se si investe in produzioni culturali/arti performative ed eventi multidisciplinari. Addirittura chi si è impegnato nel restauro e nella valorizzazione di beni culturali raggiunge fino al 100% in più di visibilità aziendale e di relazioni con la comunità locale. Sono solo alcuni dei numeri, dicono dal Consorzio, di questa mappatura, mai realizzata prima in Italia che sottolinea come associare l’arte e la cultura al prodotto agroalimentare e vinicolo sia un investimento di successo.

Filiera della Bellezza

Durante la seconda Edizione del Premio Gavi La Buona Italia sarà premiata la realtà italiana, fra le 20 selezionate, che più di ogni altra ha interpretato in maniera eccellente “La Filiera della Bellezza”, la prima delle Sette Regole per La Buona Italia, elaborate in occasione del Laboratorio Gavi del 2014. Il riconoscimento sarà consegnato all’azienda che ha realizzato il miglior progetto artistico e culturale, simbolo dell’identità e della qualità della propria produzione agricola e vinicola.
Gavi for Arts è il progetto strategico e pluriennale con il quale Il Consorzio Tutela del Gavi condotto dal presidente Maurizio Montobbio sta costruendo un modello inedito di valorizzazione della propria filiera vitivinicola, enogastronomica, turistica e culturale.

Nemo propheta in patria

Il Gavi s’impegna nella promozione dell’arte ma non è profeta in patria. Negli ultimi 10 anni, infatti, la denominazione del Gavi Docg ha visto un costante incremento estendendo la superficie vitata da 1.076 ettari a 1.507 e aumentando le bottiglie prodotte da 8 a 12, 6 milioni. L’85% circa della produzione è destinata all’export, soprattutto in Gran Bretagna, Usa, Russia Giappone dove, secondo i produttori, è tra i primi vini italiani nella fascia premium/top price.

55 milioni di fatturato e 5mila persone occupate

Una denominazione dinamica che conta circa 440 aziende tra produttori, vinificatori e imbottigliatori, impiega 5mila persone nell’intera filiera per un totale di circa 55 milioni di fatturato ai distributori (on trade). Il buon andamento del mercato nazionale e internazionale ha significato una crescita generale della denominazione compresa negli 11 comuni della Provincia di Alessandria in termini di accoglienza turistica, ricettività, valore dei terreni, delle aziende e degli scambi.
Ricorda Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio: “Il Gavi è amatissimo all’estero, in oltre 25 paesi. In questi anni siamo arrivati ai mercati internazionali – che sono sempre una priorità – ma oggi l’impegno del Consorzio è concentrato a promuovere il territorio e le storie di cultura e di enogastronomia che rendono unica la nostra terra. E’ un modo per sottolineare la credibilità della denominazione e per darle il giusto valore. Chi ci beve in Giappone, può venire in Italia a Gavi e trovare quello che cerchiamo di trasmettere nel calice, con i nostri vini”.

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