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Ecco tutte le novità del bando per i fondi alla promozione del vino…

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Ecco tutte le novità del bando per i fondi alla promozione del vino all'estero

Non è perfetto, ma sarebbe ingeneroso oltre che falso non ammettere che sono stati compiuti molti passi avanti. E’ questo il giudizio unanime delle organizzazioni agricole sull’invito alla presentazione dei progetti di promozione del vino sui mercati terzi pubblicato nei giorni scorsi dal ministero per le Politiche agricole. L’invito alla presentazione dei progetti che di fatto rappresenta il bando nazionale (al quale dovranno seguire i bandi regionali) chiude il cerchio dopo il varo del decreto ministeriale dello scorso 18 aprile (che a sua volta aveva riscritto le regole fissate dal decreto Galan del 2010) e chiarisce il quadro normativo per la presentazione dei progetti di promozione del vino all’estero. Una misura di grande importanza visto che dispone fino al 2018 di un budget annuale di 102 milioni di euro per cofinanziare i progetti al 50%.

Più coordinamento e valutazione

Le novità non sono poche e vanno soprattutto nel senso di garantire un maggior coordinamento tra le misure nazionali e regionali (ricordiamo che due terzi del budget è gestito a livello regionale mentre un terzo dal ministero per le Politiche agricole) e fissare dei paletti per rendere più omogenea la spesa e più efficace la valutazione degli investimenti effettuati.

Un assetto per i piani multiregionali

Una prima novità dell’invito è una ridefinizione dei piani multiregionali che tante polemiche avevano scatenato negli scorsi anni. Si tratta infatti di una tipologia di misure che sono finanziate dalla quota nazionale ma che finiscono per avere ricadute sui singoli territori. La principale novità è che è stato fissato un tetto a queste misure che sarà di 4 milioni di euro all’interno del budget nazionale che è di circa 30 (in passato sono arrivati ad assorbire fino a 10 milioni). Ma soprattutto viene chiarito che “i fondi regionali non utilizzati nei piani multiregionali confluiscono nella quota regionale di pertinenza mentre quelli non utilizzati a livello nazionale confluiscono nella quota nazionale”. Mentre in passato le risorse erano rimaste agganciate ai progetti per le quali erano state stanziate finendo poi in qualche caso per non essere utilizzate affatto.

Il capitolo della valutazione

Molto ampio è il capitolo della valutazione dei progetti. Innanzitutto sono fissate delle griglie di criteri di eleggibilità delle azioni che sono definiti nell’allegato “M” per i progetti nazionali e in quello “N” per i piani multiregionali. Le regioni potranno fissare nei propri bandi dei propri criteri di eleggibilità attribuendo inoltre dei punteggi in grado di definire una priorità degli stessi piani. Ma tutto dovrà avvenire all’interno di regole definite dal Mipaaf in modo che pur dispondendo di una propria flessibilità che garantirà la possibilità di attribuire pesi differenti alle diverse tipologie di investimento i bandi regionali però non potranno differenziarsi troppo dalle regole generali.

Sempre nel ricco capitolo della valutazione dei progetti rientra anche la descrizione delle “classi valoriali” (allegato “C”) nella quale in sostanza si prevede in base alla produzione aziendale (o dell’aggregazione temporanea di imprese o del consorzio) l’entità del contributo al quale si può accedere. Come dire: se un produttore realizza in media mille ettolitri di vino non può chiedere un contributo da un milione di euro. Per quello occorrerà mettere in campo almeno una produzione di 37mila ettolitri.

La rivoluzione degli allegati “L” e “O”

Piatto forte, si può dire, sono poi gli allegati “L” e “O” che contengono rispettivamente la tabella di congruità dei costi e la tabella delle sub azioni ammissibili. In sostanza vengono elencate le singole azioni che possono essere ammesse a contributo per le quali viene fissato un costo minimo e massimo nel quale bisogna necessariamente rientrare e ne vengono definite le modalità di certificazione. Un criterio che da solo dovrebbe garantire una svolta nel senso dell’omogeneità ai programmi.

La griglia delle scadenze – Prima data il 30 giugno

Infine viene definito l’elenco delle scadenze per la presentazione dei progetti. I piani relativi alla quota nazionale dovranno pervenire al Mipaaf entro e non oltre il 30 giugno 2016. Per quelli regionali le scadenze saranno fissate dalle singole regioni anche se non potranno andare oltre il termine ultimo del 22 luglio. I contratti dovranno essere presentati all’organismo pagatore entro il 21 settembre mentre entro il 12 ottobre l’organismo pagatore Agea dovrà sottoscrivere i contratti con i beneficiari.

Insomma un importante giro di vite sul piano del coordinamento della spesa e sulla valutazione degli investimenti col quale al Mipaaf si augurano di far compiere alla spesa quel salto di qualità sul piano dell’efficienza (ed efficacia) che è il presupposto base per poter aspirare, dopo il 2018, ad avviare un nuovo periodo di programmazione (e di contributi) su una misura di importanza strategica, e vitale, per il futuro del vino made in Italy.

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