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Capra e cavoli, il soft-veg a Milano

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Ristoranti

Capra e cavoli, il soft-veg a Milano

Di solito un vegetariano trova qualche (buon) piatto nel menu di un locale classico e parecchi – se non un degustazione ad hoc – in quelli di alta cucina. Ben più ardua è la ricerca di chi – carnivoro convinto o poco amante del vegetale – finisce in un ristorante ‘green’: già guardato con sospetto (o astio, talvolta) rischia di restare a bocca asciutta, pentirsi del sacrificio fatto per amicizia o amore e non vede l’ora di fermarsi a un Mc Donald’s sulla strada del ritorno. Poi ci sono lodevoli eccezioni e una di queste l’abbiamo trovata a Milano, quartiere Isola, il più indie della città per chi non lo conosce. Si chiama Capra e Cavoli e in un periodo dove i ristoranti-fotocopia abbondano – gli etnici in particolare – può bearsi dell’originalità e del buon gusto. Il locale merita una visita già per l’estetica: è una sorta di “giardino chiuso” su più livelli tra piante vere, sedie da giardino, tavolini di campagna. A mettere a proprio agio i clienti contribuiscono un’illuminazione perfetta, buona musica e un servizio sorridente a partire da chi prende i cappotti alla bella patronne.

Lei si chiama Barbara Clementina Ferrario, entusiasta in sala e in cucina dove opera con lo chef Luca Giovanni Pappalardo: dicotomia giocata in ogni elemento (compreso il look: lei è sempre in bianco, lui in nero) così da avere una chiara visione vegetariana/vegana ma al tempo stesso venire incontro ai clienti ‘diversi’, con uguale impegno e proposte gradevoli. Così nella sezione “Falsi d’autore” ci sono Maiale addio (porchetta di tonno) a fianco del Carciofiore e dei Paté dell’orto. In quella “Beati i primi”, il sushi di verdure 100% veg e la carbonara vegetariana sono a fianco di un valido riso nero, crema di zucca e liquirizia o degli spaghetti di soia con salmone. E ancora, tra i secondi, si può scegliere tra un hamburger di ceci croccante, maionese vegana e panino di patate o un polpo in tre cotture con tostatura di caldarroste e funghi shitake come la capasanta di tofu con carciofi brasati. I dessert – consigliamo il Cuore nero – sono ancora più attenti al cromatismo e allo stile delle altre portate, già di livello. La voglia di divertirsi emerge anche dal menu – pure dal punto di vista grafico – che giustamente ha come occhiello ‘food and relax’ in ogni pagina. Detto che la cantina è piccola ma interessante (brava la sommelière Elena Flaccadori) e che sabato e domenica vige il brunch a buffet, Capra &Cavoli è un buon esempio di tolleranza culinaria. Non si avverte la ‘repressione’ di molti locali vegetariani e, guarda caso, tutti escono leggeri e contenti.
Capra e Cavoli
Via Pastrengo 18, Milano
Capraecavolimilano.it

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