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Cervello in fuga torna in Italia e lancia l'unico Parmigiano Kosher al mondo

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Cervello in fuga torna in Italia e lancia l'unico Parmigiano Kosher al mondo

Come distinguersi in mezzo a 400 aziende che fanno il tuo stesso prodotto? Semplice, trovando la tua nicchia di mercato, che sappia apprezzare e valorizzare ciò che fai. E’ il principio classico che ogni guru del marketing snocciola alla prima lezione di qualunque corso base. Ma che Nicola Bertinelli, 43 anni e due lauree (in Scienze Agrarie e in Economia e Commercio), un master in Economia presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Guelph (Canada) e quattro anni da professore di Economia in Canada prima di far ritorno nella provincia parmense, ha applicato alla lettera. E ha avuto ragione. Segno che i manuali funzionano, quando hai le idee chiare e sai a chi venderle.

Nicola Bertinelli

Primo al mondo con la certificazione

Che in questo caso sono le forme di Parmigiano Reggiano, una delle glorie del nostro made in Italy. Ma non un Parmigiano qualsiasi, appunto.
Dalla fine di ottobre 2015, infatti, l’azienda agricola Bertinelli produce il primo Parmigiano Reggiano al mondo certificato Kosher. A riconoscerlo come tale è OK Kosher Certification, che opera a Brooklyn, New York, dal 1935 ed è oggi considerato uno dei più autorevoli enti di certificazione Kosher al mondo. Un prodotto unico, si diceva, perché concilia il disciplinare del Parmigiano Reggiano dop con la severità della Kasherut, la normativa ebraica sul cibo, basata sull’interpretazione della Torah. Fino a diventare anche Kosher for Passover, ovvero che può essere consumato anche durante la festività della Pasqua ebraica, un periodo in cui sono in vigore regole alimentari ancora più restrittive.

Le regole “anti-contaminazione”

Ma cos’ha di diverso un Parmigiano kosher? Ad esempio non ammette l’utilizzo di bovine che in passato abbiano subito interventi chirurgici. Inoltre, tutti gli ingredienti utilizzati per produrre il formaggio devono essere certificati Kosher: dal latte al caglio, passando per il sale. La mungitura e la lavorazione del latte in caseificio avvengono sotto una specifica supervisione. Nel primo caso, un rabbino verifica la natura Chalav Yisrael del latte; nel secondo caso, la figura che monitora il processo è quella del Mashgiach Temid. Tutti gli strumenti utilizzati nel processo di lavorazione e produzione devono essere Kosher. Infine, la stagionatura avviene su assi di legno sanificate ad hoc, in modo tale che il Parmigiano Reggiano Kosher non sia “contaminato” dalle forme prodotte precedentemente. Un totale di 5mila forme per la prima stagionatura, con la prima forma aperta a Expo2015.

Prodotti Kosher: un giro d’affari da 150 miliardi di dollari

“Nel mondo ci sono 13,5 milioni di persone di fede ebraica – spiega Nicola Bertinelli – di cui poco meno di 400mila in Italia. E il mercato dei prodotti Kosher ha un valore annuale stimato in 150 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuale a doppia cifra. Il caso più emblematico è quello degli Usa: qui il 30% circa dei prodotti venduti nei supermercati è certificato Kosher e le referenze a scaffale sono 25mila, tra cui alimenti e bevande, per un valore di oltre 17 miliardi di dollari”.
E dove i prodotti autentici italiani sono molto richiesti, non solo tra gli scaffali dei super, ma soprattutto tra i sempre più numerosi ristoranti. Così, accanto agli Usa, all’estero Bertinelli vende la quasi totalità delle sue forme Kosher, in particolare nei mercati di Israele, Brasile e Argentina, e di recente anche Cuba.
Anche perché, oltre confine, i prodotti Kosher non vanno soltanto agli ebrei osservanti: la certificazione è vista come garanzia di qualità e salubrità di un prodotto. “Ad esempio – prosegue Bertinelli – si stima che negli Usa il 56% dei consumatori di prodotti Kosher sia composto da persone con particolari intolleranze o allergie alimentari, da vegetariani e, più in generale, da consumatori attenti alla qualità di ciò che servono in tavola”.

Dal food service all’intrattenimento serale

Ma la creatività di Bertinelli non si è limitata ad indovinare la sua nicchia, facendo della diversificazione aziendale già dal 2002 un punto di forza e costruendo quattro business unit, funzionali ad una strategia di portafoglio: la produzione e vendita di Parmigiano Reggiano, il retail nei punti vendita Bertinelli, il food service, l’intrattenimento serale. “Alla base di tutto c’è l’azienda agricola – spiega – le quattro unità ruotano attorno alla produzione del formaggio. Il resto serve a dare liquidità al sistema che ne ha bisogno in quanto il Parmigiano Reggiano è un prodotto a lunga stagionatura con una rimuneratività che arriva dopo almeno due anni dall’inizio della lavorazione”.

Fatturato decuplicato in 10 anni

Per competere con gli spacci aziendali, Bertinelli ha puntato sulla location – l’azienda si affaccia sull’incrocio tra la provinciale Noceto-Medesano – e sugli automobilisti di passaggio nelle ore di punta (dalle 5 alle 8:30 e dalle 17:30 alle 20). La mattina, cappuccino con il latte appena munto e le torte con il frumento coltivato nei campi; la sera, l’aperitivo. E una volta dentro al caseificio i clienti avrebbero acquistato anche il formaggio. Era il 2002, appunto. Il successo è stato talmente grande che nel 2003 l’azienda ha deciso di aprire un secondo punto vendita al Fidenza Village, all’interno dell’Outlet e poi un terzo all’interno del Centro Commerciale Torri a Parma.
Questa nuova formula ha portato il fatturato a decuplicarsi in dieci anni e a dare il via a una serie di iniziative che hanno trasformato il Caseificio Bertinelli in un locale polifunzionale con Il Caseificio della Musica costruito accanto al sito di produzione. Ci sono il bar, il salotto con il Wi-Fi gratuito, il ristorante con 250 coperti, i concerti, la discoteca e la piscina a forma di “B” per rilassarsi, bere un aperitivo al banco che si affaccia sull’acqua, assistendo alla performance di artisti live.

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