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Sempre più "verdi": dal polistirolo bio-degradabile al divano in pelle fatta con buccia di mele

Made in Italy alimentare nel mondo: non solo pizza e tagliatelle. Il nostro Paese esporta anche innovazione ecocompatibile e alta tecnologia. Il primo esempio è appena stato presentato all’ultimo Sigep di Rimini. Si tratta di Greeny the Real Eco Box, vaschetta per gelato biodegradabile, ovvero il primo contenitore isolante monouso realizzato in biopolimero espanso. Un’alternativa sostenibile al polistirolo, da sempre fonte di inquinamento e pericolo per la fauna marina.

Il polistirolo che si smaltisce nell’umido

A presentare il nuovo contenitore in Pla (acido poli-lattico) sono state Domogel di Bergamo in partnership con Erremme di Foligno (Pg), aziende specializzate in contenitori e accessori per la gelateria che esportano in tutta Europa. I primi ordini partiranno a marzo. Quello degli imballaggi alimentari, tra l’altro, è una delle sfide che l’Italia si troverà a dover affrontare in vista del raggiungimento degli obiettivi di Eu2020.

“Solo in Italia – spiega Marco Benedetti, fondatore di Green Evolution che ha sviluppato in Italia il brevetto olandese del biofoam – le vaschette portate a casa con il gelato da asporto sono 70 milioni ogni anno. Con enormi problemi di smaltimento. Il biofoam, invece, non solo è identico nell'aspetto e nelle proprietà al polistirolo, ma non ha contaminanti chimici che possono interagire con il cibo, è 100% naturale, è un progetto della ingegneria europea ed è smaltibile insieme all'umido”. Inoltre il Pla è un polimero proveniente da fonti rinnovabili: si ottiene, infatti, dalla polimerizzazione dell'acido lattico derivato dal destrosio (zucchero). Per quanto riguarda Greeny è la canna da zucchero ad essere utilizzata per la produzione del destrosio, ma potenzialmente può derivare anche da mais, barbabietola, grano e altre piante ricche di zucchero. Per produrre 1 kg di Pla vengono utilizzati circa 2,5 kg di canna da zucchero. Nelle strutture di compostaggio si decompone completamente in 8-12 settimane, mentre non rappresenta un pericolo per gli animali: se ingerito viene facilmente digerito.

Pelle per arredamenti dalle bucce di mela

Altro progetto eco-alimentare nasce in Alto Adige dal recupero degli scarti industriali delle mele. Dove si è scoperto che la buccia di questo frutto, scartata dalla produzione di confetture e succhi, ha grandi proprietà perché ricca di zuccheri, cellulosa e cere. Se mescolata con ingredienti usati per le pelli sintetiche, come il poliuretano, forma un materiale adatto alla produzione di una pelle al 75% naturale. I vantaggi? La traspirabilità, poiché il composto che se ne ricava è molto poroso, e la riduzione delle spese di smaltimento dei rifiuti.
Ad accorgersi delle potenzialità di questa pelle è stata Lifestyle, un’azienda statunitense con produzione in Asia, il cui fondatore è William Hsieh, originario di Taiwan, che ha creato un vero impero del mobile (6 miliardi di dollari di fatturato lo scorso anno) con esportazioni in tutto il globo.
La tecnologia per la produzione della pelle, però, è tutta italiana, così come il design dei primi prodotti che l’utilizzeranno: divani, sofà e poltrone. Il primo prototipo sarà presentato al prossimo Salone del Mobile di Milano sotto il brand A9. La produzione industriale della pelle è già partita, ma lo studio delle possibili applicazioni di questo nuovo materiale non si fermeranno, tanto che Lifestyle ha deciso di costituire a Bolzano il proprio Centro di Innovazione che aprirà a marzo. Proprio perché convinti che è dall’Italia che si sviluppano e partono alla conquista del mondo tecnologie e soluzioni innovative e compatibili con la sostenibilità del Pianeta.

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