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Trapani, la startup del melograno che ha conquistato Expo

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Trapani, la startup del melograno che ha conquistato Expo

Si chiama Kore, dal nome della dea rapita e costretta a nutrirsi solo di semi di melograno. Ed è il consorzio costituito da un gruppo di giovani agricoltori (il più giovane ha 26 anni, il più vecchio 39) i quali hanno riportato in Sicilia la coltivazione intensiva del melograno. In meno di tre anni hanno piantato, soprattutto in provincia di Trapani, piante di melograno in 75 ettari di terreno: la varietà selezionata è l’israeliana wonderful con gli arilli (i chicchi) rosso intenso mentre i nostri melograni hanno i chicchi rosa con venature bianche.

Ricco di vitamina C

I risultati sono di tutto rispetto: la produzione delle prime due campagne (1.200 quintali nel 2014 e 1.800 quintali nel 2015) è stata interamente venduta mentre per l’anno prossimo si prevede il raddoppio della raccolta. La scelta del melograno è azzeccata perché si tratta di un prodotto molto ricercato dagli amanti del salutismo e delle diete. Perché il melograno, dicono gli esperti, ha tantissime qualità: è usato nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e previene il raffreddore visto che un bicchiere di succo di melograno contiene il 40% del bisogno giornaliero di vitamina C. ma il melograno è ritenuto anche efficace come antitumorale ed è particolarmente indicato contro il carcinoma della prostata.
«Stiamo ricevendo – spiega Maurizio Abate responsabile marketing del consorzio che ha sede a Marsala – tantissime richieste da parte di giovani che vogliono avviare un’attività in campagna. Noi forniamo assistenza a 360 gradi: dalla scelta dei semi, all’addestramento, all’acquisto e vendita dell’intera produzione. A ben vedere i numeri, quelli di un possibile business plan, la coltivazione del melograno appare abbastanza redditizia: un ettaro coltivato a melograno produce un reddito di 21 mila euro già al terzo anno di attività a fronte di un investimento complessivo nei primi due anni (tra costi vivi e manodopera) di 15mila euro. «Le nostre previsioni economiche – dice Abate – sono definite analizzando l’esperienza dei primi tre anni. Del resto la tecnica d’impianto e di gestione è standardizzata e il know how fornito ai nostri associati si rifà all’esperienza trentennale israeliana che noi abbiamo messo a punto per meglio adattarla ai nostri areali di produzione».

Un premio a Expo

Un lavoro che ha già avuto i primi riconoscimenti: i ragazzi di Marsala hanno conquistato a Expo Milano 2015 il premio di 30mila euro nell’ambito di “Nuovi talenti imprenditoriali”, il concorso del ministero per le Politiche agricole dedicato alle migliori start up agricole giovanili del 2015. E anche “a casa” sono stati premiati da Best in Sicily che valorizza ogni anno le eccellenze della regione.
Intanto sul modello di quanto fatto dai ragazzi di Marsala la coltivazione di melograno è in crescita in tutta la Sicilia e non solo «perché la pianta – dice ancora Abate – si adatta bene anche ai terreni poveri e pesanti». E cresce anche la domanda (la Sicilia insieme alla Puglia è la regione che offre maggiore quantità): tutto il prodotto è venduto al Nord alle grandi catene di distribuzione. «Ma noi – dice Abate – puntiamo alla trasformazione in succo che è richiestissimo a livello mondiale. Ci hanno già contattato i big delle bevande ma ancora produciamo quantità insufficienti».

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