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E' polemica sui nuovi criteri di promozione all'estero

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Vino

E' polemica sui nuovi criteri di promozione all'estero

Dure polemiche sulla nuova annualità delle azioni promozionali all’estero svolte dalle aziende del vino made in Italy. A breve infatti dovrà essere messo a punto il decreto applicativo del ministero per le Politiche agricole per utilizzare i circa 102 milioni di euro stanziati da Bruxelles per cofinanziare (al 50%) le azioni promozionali. Ma già si riaccendono le polemiche mosse in primo luogo dai due consorzi Istituto Grandi Marchi e Consorzio Italia del vino che si sono detti completamente insoddisfatti dalle prime bozze di decreto in circolazione.

Tempi stretti

Innanzitutto le aziende hanno sottolineato la tempistica particolarmente stringente con al quale dovrà essere messo a punto il nuovo decreto. «La proposta di decreto sulle modalità attuative della misura Ocm vino Promozione sui mercati terzi – si legge in una nota congiunta dei due consorzi – che il ministero delle Politiche agricole si appresta a presentare in tutta fretta, la settimana prossima, alla Conferenza Stato-Regioni, pare orientata a inibire più che a favorire la competitività delle imprese vinicole italiane sui mercati internazionali e, ancora una volta, non tiene conto delle istanze e dei dubbi già espressi dalle imprese del settore in questi nove mesi di vana attesa del testo». Ma soprattutto molte critiche sono state rivolte alla tempistica scelta dal Mipaaf visto che la bozza di provvedimento è stata diffusa nel pomeriggio del 21 gennaio e le osservazioni delle parti potevano essere presentate solo fino alle 14 del 22 gennaio.

Priorità a chi non ha mai investito

Ma pesanti sono anche le accuse mosse sul merito del provvedimento dalle due compagini, che assieme rappresentano 31 imprese vinicole italiane per un fatturato globale di 1,3 miliardi di euro e il 15% dell’export complessivo italiano di settore. Secondo i due consorzi infatti il testo proposto conterrebbe anomalie a partire dai “criteri di priorità” fissati per la valutazione dei progetti (art. 11). «La norma – si legge ancora nella nota congiunta – privilegiando progetti destinati a mercati in cui i beneficiari non abbiano “mai” realizzato azioni di promozione con il contributo comunitario, è in contrasto con un principio strategico elementare: proprio sui mercati a più alta intensità competitiva e in grado di assorbire le quote più interessanti delle nostre produzioni viene in questo modo disincentivata e indebolita la pressione di marketing a livello di sistema Paese, ottenendo il risultato di concedere spazio e vantaggi alle imprese di paesi concorrenti. Analogamente i criteri di priorità della misura OCM Promozione, dichiarando di privilegiare i soggetti che non abbiano mai beneficiato in precedenza di tali contributi, finiscono per penalizzare i gruppi di imprese che negli anni hanno svolto con successo il ruolo di apripista per tutto il vino italiano, creando opportunità di sviluppo all’estero anche per aziende meno attrezzate».

Rischio boomerang

Tra i molti punti critici del decreto – aggiungono Igm e ItaliaVino – anche il mancato raccordo con le norme del nuovo Regolamento europeo sulle misure a sostegno della viticoltura che entrerà in vigore nel maggio prossimo. Insomma secondo le due organizzazioni di imprese dalla bozza di provvedimento traspare un «atteggiamento che stride con le dichiarazioni del Premier Renzi e del ministro Martina di voler sostenere l’agroalimentare con politiche competitive per la crescita dell’export. Perché se l’impianto normativo resterà quello fatto circolare il decreto sarà un vero e proprio boomerang per le aziende vinicole italiane».

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