Carne clonata, ma di qualità, sulle tavole cinesi. Una joint venture cinese-coreana ha annunciato l’avvio del più grande allevamento di vitelli clonati. Sarà a Tianjin, dove si sta completando la struttura produttiva da 14mila metri quadri, e si prevede che produrrà un milione di vitelli l’anno a regime (100mila nella prima fase). E non si esclude di allargare la clonazione ai cani, ma non a scopi commestibili. L’investimento complessivo è stimato a 31 milioni di dollari.
L’anuncio è stato fatto da BoyaLife, azienda cinese di biotecnologie. Lo scopo della joint venture è fornire prodotti al crescente mercato cinese di carne di qualità: “Ve lo garantisco – ha detto a un gruppo di attoniti giornalisti Xu Xiaochun, amministratore delegato di BoyaLife – la carne di vitello clonata è la miglior carne che ho assaggiato in vita mia!”.
Xu ha aggiunto: “stiamo percorrendo una strada che nessuno ha mai percorso”. Ed effettivamente non si può negare che il progetto dell’azienda sia innovativo. Tra l’altro BoyaLife nella comunicazione sottolinea un’altra linea di attività (certamente meno controversa) e cioè la clonazione di alcune specie animali in via d’estinzione. Il presidente di Boyalife ha anche sostenuto che la sua azienda potrebbe essere un giorno la prima al mondo a riprodurre un panda gigante clonato. Verranno clonati anche cavalli da corsa e cani al servizio delle forze di polizia per i controlli antidroga e il salvataggio di vittime di disastri naturali.
Il progetto è sponsorizzato dal governo cinese, e coinvolgerà un buongiorno numero di scienziati che dovranno garantire la clonazione. Si tratta di un’iniziativa in controtendenza, rispetto alle normative europee che oggi vietano la clonazione di animali di allevamento (dopo l’esprimento di Dolly, la prima pecora clonata in Scozia nel 1996). A differenza che in Europa, negli Stati Uniti invece clonare animali è consentito, ma non sono utilizzati a scopo alimentare umano.
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