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Raccontare il vino a fumetti: in Francia è già bestseller

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Storie di eccellenza

Raccontare il vino a fumetti: in Francia è già bestseller

Un apprendistato enologico nelle vigne delle Loira che è anche un’educazione sentimentale al vino e alla vita. Insieme un viaggio nel mondo dei libri: il viticoltore Richard Leroy e il suo vicino di casa Étienne, che racconta storie a fumetti, imparano l’uno dall’altro, tra degustazioni di Domaine Les Noëls de Montbenault e giornate in tipografia. “Gli ignoranti. Vino e libri: diario di una reciproca educazione” (Porthos edizioni) è una graphic novel che ha spopolato in Francia: l’ ha scritta un autore di culto del reportage a fumetti, Étienne Davodeau, che sarà in Italia a novembre per il Festival della narrativa francese. Il libro ha venduto più di 100mila copie ed è in corso di traduzione in tutto il mondo.

A lavoro tra i vitigni della Loira

La potatura, il diserbo meccanico, i trattamenti, la vendemmia e poi la scelta dei legni, la fermentazione alcolica e malolattica, la solfitazione, la colmatura, il travaso e l’imbottigliamento: con una straordinaria intensità espressiva i disegni di Davodeau raccontano processi complessi e fenomeni naturali tra 15mila ceppi di vite in cui la chimica è bandita.

“La vite è come una liana”

Richard è uno scrupoloso agricoltore biodinamico, ruvido e poetico: «Devi sapere che la vite è una liana, dunque va sostenuta, altrimenti scappa da tutte le parti. Ma potare non è tagliare a caso. Devi prevedere il percorso della linfa, cercare di dare alla pianta una forma armoniosa e ariosa, in modo che possa prendere bene il vento e il sole». Ecco cosa significa. E c’è sempre poco tempo: quattro filari prima di mezzogiorno. Poi una puntata in Belgio, nella tipografia dove è in stampa il libro di Étienne, tra rossi magenta, lenti contafili, inchiostro caldo e rumore di rotativa.

Degustazioni di vino e di libri

Dalla scambio nasce e si fortifica la relazione umana, scaturiscono emozioni. I due si guardano e scoprono da una parte il legame alla terra, «che è ben più della storia tra una particella catastale e il suo proprietario». Dall’altra la bellezza di leggere, scrivere, disegnare, purché si avverta sempre alla fine «l’onestà e il piacere provato da chi ha fatto quel vino o quel libro». La «degustazione di un libro può darsi che sia più solitaria di quella di un vino, ma c’è questo in comune, che il loro gusto si dipana e si affina parlandone», dichiara l’autore. “Gli Ignoranti” è reportage sull’etica del fare.

Coreografie biodinamiche

Spuntano le gemme a primavera, si temono le gelate notturne (come nel 2008), si torna a zappare, a trinciare, a schiacciare e a spruzzare acqua e letame sul terreno per dinamizzare il suolo e le foglie verso la luce: è coreografia biodimanica, come vuole Rudolf Steiner per vini più ricchi e più vivi. Un’occasione per parlare delle certificazioni biologiche, del rifiuto delle etichette e delle denominazioni in nome della massima libertà espressiva: «Voglio che le persone bevano i miei vini perché sono buoni e basta», afferma Richard. Ribadendo che nella vita “tutto è questione di vicinanza”, come quella del vignaiolo ai suoi tralci.

In chiusura le note dei curatori Sergio Rossi, Sandro Sangiorgi, Matteo Gallello, Ottavio Gibertini. «Questo non è un libro che capita tutti i giorni di trovare. Non solo per la bellezza del racconto e dei disegni, la precisione mai pedante nel rendere i dettagli dei mestieri del vignaiolo e del fumettista, l’ironia e la profondità dei dialoghi anche per chi non sa sia di vino sia di fumetti. Ma soprattutto perché racconta il piacere e la gioia insite nel fare bene il proprio lavoro, qualunque esso sia, cercando di trasformare ogni impedimento in opportunità, a dispetto dei vuoti creativi, le grandinate improvvise, i rifiuti dell’editore e le annate scarse». La traduzione è di Raffaella Garruccio.

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