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Avete mai assaggiato il gelato al latte di cammella? Si mangia a Londra

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L'agrigelataio

Avete mai assaggiato il gelato al latte di cammella? Si mangia a Londra

Non solo latte e non solo di mucca. In giro per il mondo le fattorie che si sono convertite in agrigelaterie hanno conquistato i consumatori e incrementato in modo sensibile il proprio fatturato, fino a diventare in alcuni casi dei veri e propri imperi “verdi”, far parlare di sé con prodotti innovativi ed esotici o diventare le fornitrici di colossi della ristorazione in tutto il mondo.
In alcuni Paesi, anche europei come la Gran Bretagna, i governi hanno intuito le potenzialità della trasformazione del latte in prodotti più remunerativi e hanno spinto su questa leva incoraggiando le aziende agricole con incentivi. Anche in previsione dell’abolizione delle quote latte e del conseguente aumento della materia prima. Vediamone alcuni.

La fattoria che ha conquistato Starbucks

Conosciuto come “City in the Country”, Abbotsford, Columbia Britannica, è uno dei principali centri agricoli del Canada occidentale. In questa regione, situata sulle pianure del Sumas tra la costa del Pacifico e le Cascade Mountains, a est di Vancouver sorge Birchwood Dairy Farm (Birchwood), un caseificio a conduzione familiare, impianto di trasformazione, negozio di paese e gelateria che fa parte della agroindustria della zona da decenni. La fattoria è stata acquistata nel 1968, ma già dal 1980 inizia a produrre gelato gourmet. Dapprima venduto nel piccolo negozio presso la fattoria, poi distribuito in quasi tutto il Canada, fino a diventare la fornitrice ufficiale degli Starbucks nazionali fino al 2001. Oggi, Birchwood possiede più di 150 acri di terreno agricolo e altri 70 acri in locazione, dispone di 180 vacche da latte e vitelli e un impianto di trasformazione di 2.300 metri quadrati. Impiega circa 25 persone e distribuisce i suoi prodotti lattiero-caseari in tutto il continente, non solo a grossisti e dettaglianti, ma anche caffè e negozi specializzati. Oltre al gelato gourmet, Birchwood produce latte in bottiglia, formaggio artigianale, come la feta e il cheddar, ma anche yogurt “greco” e panna acida.

Il luna park dedicato al farm ice-cream

Il gelato era così buono che la fattoria Cheshire è diventata a poco a poco un luogo di attrazione per gli innumerevoli visitatori e degustatori. E allora perché non trasformarla davvero in uno spazio turistico? Così è nato The Ice-Cream Farm, parco di divertimenti per famiglie, creato dai Fell, proprietari e fondatori della celebre Cheshire Farm e dell’ancor più celebre gelato che nel 2016 festeggerà i 30 anni. Il parco divertimenti si trova adiacente alla Cheshire Farm Ice-Cream, unità di produzione che fornisce oltre 1.000 pub, ristoranti e punti vendita al dettaglio in tutto il Regno Unito, e si è talmente ampliato con il tempo che oggi attira oltre mezzo milione di persone all’anno. Questo enorme numero di visitatori lo rende l’attrazione a entrata libera più visitata del suo genere. In aggiunta a tutto questo, il sito, che è stato recentemente ristrutturato con una spesa di 4 milioni di sterline, viene considerato come la più grande gelateria appositamente costruita al mondo e il più grande gioco di sabbia e acqua d’Europa. Si può così divertirsi alle cascate di fragola, nel canyon del favo, presso la fattoria della caramella, oltre naturalmente a gustare più di 50 diversi tipi di gelato di fattoria. «Tutto è iniziato nel 1980 – raccontano i coniugi Fell – quando il contingentamento delle quote latte ci ha costretti a pensare nuovi modi per dare valore all’eccesso di produzione che le nostre 300 vacche da latte stavano producendo». Sei anni dopo partiva la produzione di gelato «per colmare una lacuna nel mercato del vero gelato fresco – spiegano – e una galleria per mostrare il processo dalla mungitura alla carapina».

Dal gelato alla fattoria

Ha fatto un percorso inverso Sonja Danzer: è partita dal gelato per sviluppare le fattorie con cui produrlo. Lei, vegana convinta fin dalla giovinezza, ha sempre sofferto la mancanza di un buon gelato nella dieta cruelty-free. Così, ha iniziato a produrselo da sola. Prima per “uso personale”, poi per alcune gelaterie della zona. Un successo che l’ha portata a dover spostare dopo soli due anni la produzione in un’autentica manifattura di gelati in Svizzera, fino a fondare una sua azienda The Green Fairy che produce gelato vegan prelibato e cremoso. «Fin dall’inizio – spiega – l’importante non era solo che il mio gelato avesse un sapore eccellente, ma che rispettasse anche la natura e gli equilibri sociali. Il gelato di The Green Fairy contiene solo ingredienti biologici vegan, alcuni dei quali dal commercio equo solidale». E infatti ogni gelato venduto sostiene progetti di fattorie nei Paesi in via di sviluppo da cui poi approvvigionarsi per creare altro delizioso gelato.

A Londra il gelato al latte di cammella

A basso contenuto di grassi, ma con ferro dieci volte più di quello di mucca, qualche anno fa a Londra ha fatto la sua comparsa il gelato al latte di cammella. Già popolare in Medioriente, è sbarcato in Europa grazie a Ginger’s Comfort Emporium, una catena che vende gelati dai gusti sperimentali, alla modica cifra di 8 sterline (quasi 11 euro) per 500 ml. Agli esordi, nel 2011, la gelateria utilizzava il latte prodotto da una fattoria in Olanda. Ora, invece, il Camelicious (questo il marchio della materia prima) proviene da fattorie di Dubai. I vantaggi? Come già detto, il latte di cammella è povero di grassi, ma contiene acidi grassi benefici ed è ad alto contenuto di vitamina C. Non ci sono allergie note ad esso e per coloro che sono intolleranti al lattosio è una grande alternativa alla soia. Inoltre, specificano dall’azienda, produrre latte di cammello è garantito “cruelty-free” perché, spiegano i contadini, «provate a mungere una cammella scontroso! Mantenere gli animali felici è una componente fondamentale per la mungitura di questi colossi dalle gambe forti». I cammelli vengono allevati in ampi recinti e all’interno del proprio gruppo sociale. Inoltre, le mamme non vengono separate dai piccoli poiché questi animali hanno un forte legame emotivo con la propria prole. Pulizia costante, esercizio fisico e sana alimentazione completano il tutto. Parola di cammellieri.

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