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Acqua potabile dall'aria? Adesso si può

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Acqua potabile dall'aria? Adesso si può

Immaginate un hotel in Messico con 300 stanze e completamente autosufficiente nell’approvvigionamento di acqua potabile, e acqua calda e fredda per i sanitari, e che con quella stessa acqua possa provvedere anche al sistema di condizionamento dell’aria. Il tutto con un risparmio energetico di circa il 25% e un investimento iniziale di 200mila euro.

Acqua potabile dall’aria, in ricircolo costante

E’ solo un esempio delle possibili applicazioni di Awa Modula (Air to Water to Air), un nuovo sistema in grado di produrre acqua di alta qualità dall’aria e garantire quindi, in qualunque parte del mondo, l’accesso a una delle risorse più importanti per la vita. Il progetto è stato presentato durante l’evento “Acqua dall’aria per la vita” svoltosi all’interno del Padiglione Svizzera con il patrocinio di Expo Milano 2015. A proporlo è Seas – Société de l’Eau Aérienne Suisse, startup fondata nel 2014 che ha sede nel Canton Ticino e che vanta quattro brevetti in grado di catturare l’umidità presente nell’atmosfera e trasformarla in acqua potabile di alta qualità. La tecnologia è in grado di operare ovunque, senza bisogno di avere fonti di acqua già esistenti da trattare, quali mare o fiumi, laghi e acque reflue. Permette così di avere a disposizione una fonte praticamente inesauribile di acqua, in modo semplice e veloce, in modo da ridurre anche il bisogno di costose infrastrutture e manutenzione o inquinanti trasporti.

Prima applicazione operativa in Marocco

«Le applicazioni sono praticamente infinite – spiega Rinaldo Bravo, general manager di Seas –. Si può infatti ottenere acqua potabile di elevata qualità, arricchita di sali minerali su specifica ricetta, come ha voluto la catena spagnola di hotel in Messico che ha già installato il sistema e tra poco sarà operativo. Ma anche acqua basic per uso agricolo per serre e allevamenti, oppure acqua distillata per uso alimentare, farmaceutico, ospedaliero, industriale. Pensi che a 30 gradi di temperatura dell’aria, 70% di umidità e 21,9 grammi di acqua in 1 mq di aria, noi possiamo estrarne il 60% che significa, a seconda dell’impianto, dai 2.500 ai 10mila litri di acqua al giorno, modulabili sino a centinaia di metri cubi, mantenendo l’acqua in ricircolo costante, a temperature corrette, con la garanzia di una costante e continua sanificazione”. Il costo energetico è di 0,28 kWh al litro, ottenuto grazie a un’integrazione di tecnologie. Tutti i moduli, inoltre, possono essere alimentati con energie rinnovabili per un maggior rispetto ambientale, e comunque sono anche in grado di sfruttare l’energia impiegata nella produzione di acqua per generare gratuitamente aria fresca, da 8000 a 32000 m3/h, e riscaldamento, da 2000 a 8000 l/h, azzerando i costi energetici ed ammortizzando il costo della macchina. Nel caso dell’hotel, per esempio, abbiamo calcolato che il l’investimento di circa 230mila euro sarà ammortizzato in appena due anni di utilizzo, quando i nostri impianti hanno un ciclo di vita di oltre 20 anni».

Collaborazione con l’Università di Pavia

Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’Università di Pavia. «La tecnologia è frutto di oltre quattro anni di ricerca e sviluppo – dichiara Anna Magrini, docente di Idraulica, ambientale ed energetica dell’Università di Pavia – e garantisce un impatto ambientale basso o nullo. A differenza delle tecnologie ad osmosi inversa, come la desalinizzazione, la depurazione delle acque, il trattamento delle acque reflue ecc., quella di Seas non rilascia impurità nell’ecosistema locale e offre una fonte illimitata e inesauribile di acqua potabile».

Sistemi sperimentali Seas sono attualmente in prova in America Latina (Messico, Perù, Ecuador), Isole Caraibiche, Nord Africa, Sud Africa, Libano; negli Emirati Arabi e in Tunisia viene sperimentato per serre idroponiche; ad Abu Dhabi, addirittura per una fabbrica di mozzarelle.

La startup è nata ufficialmente nel 2014 dall’intuizione di quattro ingegneri (due italiani, uno svizzero e uno statunitense) e oggi impiega 16 persone. È attualmente presente con le sue filiali in Italia, Usa, Canada, Messico, Perù, Libano, Basile ed Emirati Arabi e sono in corso operazioni per aprire nuove sedi e uffici in Cina e Sud e Centro Africa. «Abbiamo scelto di portare la sede centrale in Svizzera – spiega Bravo – per una questione di neutralità: abbiamo visto che molte nostre concorrenti sono state penalizzate sul mercato dal fatto di appartenere a una parte geografica piuttosto che un’altra. L’acqua è un bene universale, ma alla fine pur sempre controllato da Governi nazionali. Ponendoci in uno Stato neutrale possiamo così dialogare davvero con tutte le Nazioni del mondo».

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