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A caccia del miglior barman del mondo

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A caccia del miglior barman del mondo

Sei su cinquantaquattro. Il 10%. Da non archiviare però come la solita “quota rosa”. Le sei signore in questione sono ben agguerrite e sanno il fatto loro. Semplicemente, hanno deciso di praticare una professione che, per tradizione, è molto maschile. Lauren Mote, Fernanda Tejada, Olivia Hairay, Anna Walsh, Jasmine Rutter e Tess Posthumus sono le bartender donne che stanno partecipando al World Class Diageo a Città del Capo, contest da cui uscirà il miglior barman del mondo. Non una cosa da poco visto che – come dimostrano le success story dei vincitori precedenti – la consacrazione porta richieste di lavoro nei più prestigiosi bar internazionali, consulenze, apparizioni tv e il forte rischio di diventare una celebrity nel non tanto ristretto mondo della mixology.

Fernanda Tejada

Le barlady sono state all’altezza del compito e stasera si saprà se qualcuna di loro entrerà nella magica rosa dei sei finalisti che nei prossimi due giorni si giocheranno il titolo.  I 54 concorrenti, emersi da laboriose selezioni nazionali hanno dovuto affrontare una serrata batterie di prove sotto il giudizio (severo) dei grandi guru della professione: più di una mano ha tremato nel versare le dosi dei diversi ingredienti nei bicchieri da cocktail, ma nel complesso lo stress non ha preso il sopravvento. Del resto si a che fare con gente abituata a performare in pubblico, di grande presenza ed empatia. Spesso veri e propri istrioni. E più d’uno ha riservato qualche sorpresa spassosa ai giudici.

Tess Posthumus

Le prove coprivano i vari aspetti della professione. Dal Night and Day (due cocktail dedicati ai due momenti della giornata) all’Around the world in cui al bartender si chiedeva di preparare due drink che raccontassero due mondi diversi ma legati in qualche modo alla sua personalità. Per Retro-Disco-Future le preparazioni erano tre: un cocktail storico (si poteva spaziare da tutto il 19° secolo al Proibizionismo e tante sono state le rivisitazioni dei drink preferiti da Al Capone); uno colorato, ottimista e persino kitsch per onorare i propulsivi anni Ottanta; un’incursione nel futuro prossimo della mixology). Street Food Jam era dedicata all’abbinamento con la cucina, un trend in piena evoluzione, mentre la prova più entusiasmante (e più dura) è stata Against the Clock: dieci cocktail in dieci minuti. Naturalmente con personalità ed esecuzione impeccabile. Qui di sicuro qualche testa è caduta perché è veramente difficile, per quanta tecnica si abbia, riuscire a dare il meglio con tempi così contingentati e magari a suon di musica.

Mentre si affollano i pronostici e le claque dei diversi paesi si danno da fare a sostenere il proprio concorrente, stasera la tensione si allenta. Nei tre giorni di prove serrate i concorrenti sembravano trottole impazzite, correndo dal locale allestito per le preparazioni degli ingredienti alle sale in cui si tenevano le sfide, a qualche chilometro di distanza. Era tutto un andarivieni con valigie piene degli arnesi del mestiere e strane botticine in cui venivano religiosamente custoditi gli sciroppi e le infusioni artigianali (e spesso homemade) che sono ormai il vero segreto dei bartender di successo.

Ariel Leizgold

Bob Nolet, 11ma generazione della famiglia olandese che produce Ketel One, la vodka super premium in portafoglio Diageo, ha messo a disposizione una squadra di “facilitatori” che hanno aiutato i concorrenti a superare ogni genere di intoppo. Dalla preziosa valigia arrivata in ritardo all’aeroporto di Cape Town gettando nel panico un giovane barista, alla caccia ai gamberetti disidratati – quasi in piena notte – senza i quali apparentemente un concorrente avrebbe fallito la prova. Il tutto con un servizio continuo dalle 6 del mattino alle 2 di notte.

Francesco Cione

Protagonisti dei cocktail, ovviamente gli spirits di Diageo Reserve, la divisione luxury del colosso mondiale cui si deve la nascita di World Class, sempre di più assimilabile – per importanza e ricadute mediatiche – alle stelle Michelin: oltre a Ketel One, la vodka Cîroc, i whisky Johnnie Walker, il Rum Zacapa, il Gin Tanqueray no.TEN, la Tequila Don Julio, il Bourbon Bulleit.

Noi facciamo ovviamente il tifo per Francesco Cione, il barman italiano del Replay The Stage a Milano, dato tra i favoriti. In ogni caso, i 48 che non ce la avranno fatta, stasera potranno finalmente bersi un cocktail in santa pace.

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