Food24

Gnammo: via al “codice etico partecipato” per salvare social…

  • Abbonati
  • Accedi
Social eating

Gnammo: via al “codice etico partecipato” per salvare social eating e home restaurant

Gnammo, il portale italiano del “mangiare social”, ha appena pubblicato sulla sua piattaforma (www.gnammo.com) un codice etico partecipato per far ordine nell’attività degli utenti e ridefinire i confini tra social eating e home restaurant. I primi devono restare eventi informali, senza scadenze fisse e attrezzatura da professionisti. I secondi, più vicini all’impresa e finalizzati al ritorno economico, devono essere sottoposti a «normative razionali» senza soffocare il microbusiness che ha entusiasmato una community sempre più ampia. La “partecipazione” del codice sta nel fatto che tutti gli utenti potranno dire la loro e intervenire sulla sua costituzione: il portale definisce la modalità di comportamento per gli utenti, ma gli “gnammers” sono liberi di intervenire e far parte della sua evoluzione.
La scelta è arrivata dopo l’ultima stretta sugli home restaurant, e la confusione di questi con il fenomeno del social eating. La sovrapposizione con le altre polemiche sulla cosiddetta sharing economy, a partire dal caso Uber, ha spinto Gnammo a una risposta ufficiale. «La mancanza di una normativa chiara di riferimento (nonostante la risoluzione del Mise numero 50481 del 10/4/2015) e l’esplosione del fenomeno della Sharing Economy a livello globale, di cui Gnammo è il più importante alfiere italiano, hanno creato un corto circuito che ha confuso molti» ha scritto la società in una nota. Nella forma attuale, la “bozza aperta” del codice (presente sul sito) fornisce una definizione chiara dei vari attori in gioco (il “cuoco”, “l’ospite”) e una descrizione dettagliata delle caratteristiche che possono o non possono appartenere ai due fenomeni di social eating e home restaurant.

© Riproduzione riservata