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Donpasta in tour, djset con cucina nel nome dell’Artusi

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Locandina

Donpasta in tour, djset con cucina nel nome dell’Artusi

Non è uno chef in toque blanche, non si spertica in trucchi molecolari, liofilizzazioni, oleocottura e finger food ultima moda. Ma ha riscritto in chiave pop il testo della gastronomia positivista: La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi. Ne ha fatto un omaggio alle nostre tradizioni popolari ed ora, con Artusi Remix, è in tour nei teatri e sui palchi dell’estate italiana.

Viaggio nelle ricette popolari

Cuoco salentino, dj, antropologo (sognante), economista esperto in cooperazione e sviluppo, Donpasta (che nessuno chiama più Daniele De Michele dai tempi dell’Erasmus a Tolosa, dove cucinava a suon di musica per i colleghi stranieri) ha attraversato il Belpaese per recuperare ricette e antiche cotture. Un viaggio nella cucina popolare, «geniale a partire da poco: ci ha aiutato a vivere con dignità nella disoccupazione, nelle emigrazioni, nella guerra». Con formule segrete prese in prestito da nonne e massaie ha ricomposto l’opera del gastronomo di Forlimpopoli, di cui negli anni si sono affermate versioni sensibilmente modificate: «negli ingredienti, nelle dosi, nelle fonti di calore, nelle porzioni».

Casa Artusi concede il remix de La scienza in Cucina

Nessuno immaginava che alla morte dell’Artusi si sarebbero diffusi ovunque abbinamenti e ricette – mai uniche e definitive – ispirate a quelle da lui prescritte, trasformando il trattato originale in un best seller dell’800 e oltre: ancora negli anni Trenta era il libro più letto dagli italiani dopo I promessi sposi e Pinocchio. Di tutte le variabili sul tema, invece, ne ha tenuto conto il Comitato scientifico di Casa Artusi (centro di verifica e di riflessione sulle cucine artusiane) che non ha esitato a legittimare l’opera di Donpasta per aver sollecitato testimonianze e ricette, «con il doppio proposito di riesaminarle nel loro continuo diversificarsi e moltiplicarsi e di considerare la solidità del loro impianto, familiare, regionale e italiano».

Censimento ai fornelli

Così, il fautore della cucina anarchica, di cene carbonare e guerrilla restaurant, celebrato oltreoceano come uno dei più inventivi attivisti del cibo (la Effe gli ha appena dedicato un documentario), porta in scena il suo libro, Artusi Remix (Mondadori), nato da un censimento proposto sul web. Sul palco difende i sapori della tradizione «contro la cucina di plastica di Masterchef. Perché ancor prima di diventare televisiva, o stellata la cucina popolare italiana era familiare, affettiva», ricorda Donpasta.

La cucina dell’identità

«Mi muovo tra campagne, porti e periferie, mercati e rioni del Nord e del Sud, mi metto ai fornelli e ascolto storie familiari, paesane, collettive. E scopro a distanza di più di un secolo, quanto sia cambiata la cucina tradizionale. E l’Italia stessa», racconta il performer. «Mai dimenticarsi le vecchie ricette, sono da rimettere assieme in un gigantesco pentolone. Il rischio di perdere questo patrimonio può compromettere l’identità stessa delle persone, dei luoghi, della nazione».

Frattaglie e parmigiana per show multimediali

Con uno show multimediale (3 schermi, due vj e un dj), invita al viaggio, alla scoperta e all’ospitalità, cercando di recuperare il gusto del passato: «Il segreto della pastafrolla? Lo strutto, perché senza soffre, respira male». E dal palco tenta stralunate (ma suggestive) analogie: «Chi era l’Artusi? Il Bob Dylan della cucina italiana. Un cantastorie». Donpasta sarà a Roma sabato 18 luglio con un omaggio ai piatti del popolo, delle borgate e delle vecchie osterie: orgoglio e frattaglie. Nelle prossime tappe parmigiana ai suoni di Coltrane, tagliatelle su note di Miles Davis.

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