“….da mangiare agli affamati , da bere agli assetati….”. La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, prendendo alla lettera due delle sette opere di misericordia del Vangelo, sabato 2 maggio ha offerto al pubblico un buffet finger-food di piatti lombardo-milanesi che costituiranno sino alla fine di Expo il menù di Rest@Duomo , uno splendido spazio di ristoro, accanto al Duomo. Con 130 posti, un ambiente di luce soffusa e ricco di storia, la Sala delle Colonne del Grande Museo del Duomo, aperto dalle 8 alle 23 per tutta la durata dell’Expo, è riservato, come un tempo si usava, ai “pellegrini”, cioè a tutti i visitatori del complesso monumentale, compreso il Grande Museo.
Una storia che risale al 1483
«In un ideale collegamento con il mondo che viveva intorno alla fabbrica sin dal 1387, quando cominciarono ad arrivare lungo il Naviglio Grande i barconi che recavano il marmo di Candoglia della Val d’Ossola per l’edificazione del Duomo – puntualizza Gianni Baratta, direttore della Veneranda – Molti operai arrivavano anche dal nord Europa così si formò una vera e propria comunità internazionale intorno alla Fabbrica, che portò le cucine e le abitudini alimentari di tutta Europa, contribuendo a formare la cucina milanese. Era un tutto unico, che contava anche su molti chioschi-baracche ai lati del Dumo dove si mangiavano i piatti più diversi».
Profumi milanesi per i pellegrini
Questa brulicante comunità che nel tempo cresceva e che contribuiva a costruire quella meraviglia che è il Duomo di Milano, ha seguito ininterrottamente nei secoli la benemerita operosa attività della Fabbrica, che i milanesi chiamano semplicemente la Veneranda. Una comunità che cingendo il prezioso gioiello di architettura che è il Duomo, oggi costituisce una sintesi inimitabile di cultura anche industriale, intrattenimento e relax .
Per parte sua e autofinanziandosi per l’80%, la Veneranda ha contribuito negli ultimi anni a esaltare e valorizzare con numerose iniziative l’intero complesso monumentale con nuovi spazi museali, archivi e restauri delle guglie sino all’ultimo, quello completo della chiesa di San Gottardo. Infine un giusto coronamento gastronomico con Rest@Duomo. «Tutto ispirato alla cucina milanese, con piatti di alta qualità – ricorda Baratta – come il risotto al salto e i mondeghili, la tipiche polpette della cucina milanese. Chi lo desidera potrà invece portarsi dietro appositi cestini take-away con le specialità del territorio». Chi è intervenuto alla inaugurazione ha potuto così assaggiare e assaporare profumi e sapori dimenticati, mentre Philippe Daverio, direttore artistico del Grande Museo del Duomo ha saputo “condire”, con elegante levità di aneddoti .
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