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Il Barolo di Castiglione Faletto

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Andar per vini

Il Barolo di Castiglione Faletto

Il Barolo è uno dei grandi vini italiani, noto e ricercato in tutto il mondo. Nebbiolo in purezza, coltivato in quelle Langhe del cuneese così ben tratteggiate da Pavese e Fenoglio. Siamo nelle colline  a sud di Alba, un territorio che comprende 11 comuni, dagli splendidi paesaggi tracciati dalle mani dei viticoltori, all’ombra di diversi castelli medioevali. Nella zona del Barolo il Nebbiolo è coltivato da sempre, ma i primi a dedicarsi con grande determinazione a farne un grande vino sono stati, fin da metà dell’Ottocento, Camillo Benso Conte di Cavour e Giulia Colbert Falletti, ultima marchesa di Barolo.

E’ un vino complesso, di grande eleganza e struttura, in grado di elevarsi con il passare del tempo: generalmente raggiunge il suo massimo dopo 10 anni, ma è in grado di esprimersi ad altissimi livelli anche dopo vent’anni ed oltre, se ben conservato. Oggi voglio parlare del Barolo di Castiglione Falletto, comune che insieme a Serralunga d’Alba è teatro ogni anno a fine  aprile di una splendida manifestazione dedicata all’Anteprima dell’annata del Barolo prossimamente in commercio.

Castiglione e Serralunga sono uno di fronte all’altro, a pochi km di distanza, borghi con pochi abitanti, circa 700 il primo e poco più di di 500 il secondo. Si caratterizzano entrambi per i loro castelli, di proprietà privata il primo e visitabile il secondo. Di seguito, come di consueto, presento 2 aziende del territorio:

Cascina Bongiovanni – Castiglione Falletto (CN)

L’azienda, oggi di proprietà di Davide Mozzone, è stata fondata nel 1950 da suo nonno, Giovanni Bongiovanni. Giovanni vendeva l’uva prodotta al mercato di Piazza Savona, ad Alba. Negli anni ’60, per cercare di sottrarsi allo sfruttamento dei mediatori delle uve, ha iniziato a vinificare metà della sua produzione ed a vendere vino sfuso. Negli anni ’70 la vinificazione è totale, fino ad arrivare agli anni ’80, con l’ingresso in cantina della figlia, Olga, che decide di iniziare, seppur in percentuale ridotta, ad imbottigliare ed uscire con una propria etichetta.

La svolta è negli anni ’90 con Davide Mozzone, figlio di Annamaria, la sorella di Olga. Giovane enologo, dopo qualche esperienza in altre cantine, dal 1993 si dedica all’azienda di famiglia a tempo pieno e decide di non produrre più vino sfuso. Attualmente l’azienda lavora poco più di 6 ettari di vigneti, con una produzione tra le 30.000 e le 35.000 bottiglie. Le etichette prodotte sono 7, anche se non in tutte le annate.

Davide è un accanito sostenitore del lavoro in vigna: è li che si fa la differenza. In cantina ormai non ci sono più grandi novità, devi saper fare il tuo mestiere, ma per dare una marcia in più al tuo vino devi riuscire ad avere grandi uve. Sull’etichetta dei suoi vini vi è Cascina Bongiovanni, la cascina in cui nonno Giovanni ha iniziato l’attività, ed il logo, un falco ad ali spiegate seguito dalla sua ombra, in onore della località dove c’è la cantina, Uccellaccio. Ho assaggiato il suo Barolo Pernanno 2010

Barolo Pernanno 2010 DOCG

La prima annata del Pernanno è il 1995. Ottenuto ovviamente da Nebbiolo in purezza, tenore alcolico del 14,5 % Le uve provengono da viti di oltre 30 anni, coltivate su un terreno argilloso a forte percentuale limosa. Vendemmia nella seconda metà di ottobre, a cui segue vinificazione in acciaio.

Affinamento in fusti di rovere francese da 225 litri per almeno 18 mesi, e poi in bottiglia. La produzione è di 4.200 bottiglie + 150 magnum.

Nel bicchiere il colore è rosso granato, profondo, ma ancora con dei lampi di tonalità rubino. I profumi sono intensi, ma come tutti i nebbioli nei primi anni devono ancora esprimersi compiutamente: dopo un ingresso alla vaniglia passiamo a spezie meno dolci e alle piccole bacche, al frutto del sottobosco, lampone e mora. Col passare dei minuti emergono le note floreali, soprattutto viola e rosa, dai petali che iniziano ad appassire.

Alla beva è morbido, pieno, con una struttura dotata di una trama tannica fitta destinata a completarsi negli anni. Fresco e minerale, col passare dei minuti vede emergere il frutto. Di lunga persistenza, penso diventerà un grande barolo. Gli amici dell’AIS lo propongono con una fiorentina di fassona alla brace.

Prezzo in enoteca: 45-50 Euro

Livia Fontana – Castiglione Falletto (CN)

Livia conduce con grande impegno e responsabilità la cantina di famiglia, fondata addirittura nel 1820. Naturalmente si parlava di vino sfuso: la prima bottiglia risale al primo dopoguerra, per merito di nonno Saverio. Livia, diplomata all’Istituto Magistrale, torna in azienda a metà anni ’90 e nel 1996 vinifica il suo primo vino da sola, un Dolcetto d’Alba. Papà Ettore era all’estero, minacciava pioggia e bisognava vendemmiare. Al suo ritorno Ettore lo assaggia e dice a Livia: “Adesso puoi fare anche gli altri”. Nel 1997 inizia la collaborazione con l’enologo Donato Lanati.

L’impegno attuale di Livia è volto a trasmettere il sapere di famiglia e a responsabilizzare sempre più i suoi figli, Michele e Lorenzo, che rappresentano l’ottava generazione che si dedica al vino: amore per la terra, rispetto delle tradizioni e ricerca della qualità sono i valori di famiglia.

Attualmente l’azienda ha 10 ettari vitati, la produzione varia tra le 60.000 e le 70.000 bottiglie, ripartite su 10 etichette. Le cantine per l’invecchiamento sono 2: la prima è stata costruita nel 1820 con la casa e, dopo molti restauri, ha ancora le volte ed il pavimento di mattoni originali. La seconda è stata costruita negli anni ’60 e poi ristrutturata negli anni ’90. Recentemente è stata realizzata una parte interrata per l’affinamento dei vini in bottiglia. Ho bevuto il Barolo Villero 2010 DOCG

Barolo Villero 2010 DOCG

La produzione di questo Barolo, da uve Nebbiolo in purezza, è di 5.172 bottiglie. Tenore alcolico del 14 %. La prima annata prodotta è il 1995. Vendemmia a metà ottobre, a cui segue vinificazione in acciaio. Affinamento in botti di rovere tradizionali per circa 3 anni e poi in bottiglia in cantina climatizzata.

Di colore rosso granato, si rivela intrigante al naso, con toni fruttati e floreali, ribes, ciliegia ma anche timo e profumi di montagna.  Col passare dei minuti arrivano le spezie, la liquirizia, il pepe ed anche una sensazione quasi salmastra, vorrei dire di erbe di mare. Di buon corpo, deciso ma non muscoloso, tannino maturo con una leggera nota amarognola, sapido e fruttato, con dei piacevoli sentori chinati. Piacevolmente complesso, da riassaggiare tra 3-4 anni. I miei amici dell’AIS lo propongono con il lombo di cervo.

Prezzo in enoteca: 40 – 50 Euro

DA NON PERDERE

Dal 25/04/2015 al 26/04/2015 – Castiglione Faletto e Serralunga d’Alba (CN)

I Grandi Terroir del Barolo: torna l’evento di Go Wine con un week-end tutto dedicato al Barolo.

Domenica 26 ci sono anch’io.

Per info:  http://www.italiadelvino.com/news.asp?id_news=1073

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