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Mastroberardino: il vino si narra con un film (scaricabile dal Qr…

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Mastroberardino: il vino si narra con un film (scaricabile dal Qr code)

Le emozioni della terra, in trenta secondi esatti. Mastroberardino, storica cantina dell’Irpinia con più di 10 generazioni alle spalle, ha affidato al regista Nicola Gelormini uno storytelling cinematografico sul processo di creazione del vino. Niente note tecniche, solo un racconto “emotivo” che spieghi con le immagini il ciclo della vite e le sue evoluzioni. I contenuti saranno accessibili con un QR code applicato sull’etichetta dei quasi 2 milioni di bottiglie prodotti ogni anno ed esportati in più di 60 paesi al mondo.

Il video scaricato con Qr code

Un esperimento inedito, nel suo genere, perché spinge in là i confini di un “vino digitale” che si era espresso più in numeri che in sensazioni: «Di solito le etichette “parlanti”, con QR code, danno l’accesso a schede tecniche sulla bottiglia – spiega Piero Mastroberardino, presidente della cantina che porta il nome della sua famiglia -. Qui siamo di fronte a un messaggio che può essere replicato: ha bisogno di essere decodificato perché è fatto di musica e immagini. Linguaggi universali».

Nicola Gelormini e Piero Mastroberardino

Sentieri di vite, la “sofferenza del vino” in tre video

L’intero progetto, «Sentieri di vite», si compone di altre due clip di taglio più documentaristico della lunghezza di quattro e sette minuti. Venerdì 27 andrà in onda al museo Madre di Napoli il primo capitolo, quello più artistico: un video di mezzo minuto che ricostruisce la «sofferenza vitale» del prodotto, secondo l’interpretazione emersa dall’incontro tra Mastroberardino e Gelormini. Gelormini, già assistente del premio Oscar Paolo Sorrentino e registra prolifico con incursioni dagli spot ai video musicali, ha recepito e tradotto sulla cinepresa la voglia di una comunicazione enologica che sconfinasse nell’artistico. «Voglio raccontare il principio di sofferenza nel ciclo della vita: dalla nascita nella terra al suo travaglio lungo i 12 mesi dell’anno. L’elemento terra, unito all’elemento umano, fa sì che il vino sia sempre vivo: cambia ed è sempre diverso da stagione a stagione». La “diversità» spiegata da Gelormini è quella che descrive il cerchio imperfetto della vite: in apparenza sempre identica a sé, nei fatti soggetta al mutamento estenuante delle stagioni, delle condizioni ambientali, di tutto quello che influirà sulla sua resa. Da qui la metafora del vino come «sangue per la terra», tanto più sentita in una cantina che ha rinsaldato la sua paternità sui vitigni autoctoni dell’Irpinia e della Campania.

Perché un linguaggio diverso fa volare il vino italiano

Piero Mastroberardino, del resto, conosce bene i linguaggi estranei al “burocratese” del settore. Appassionato d’arte e poesia, legato alla «terra aspra» dell’Irpinia, cercava da anni un veicolo espressivo che superasse il registro tecnico. «L’idea di portare un registro di comunicazione diverso è un’esigenza che sentivo da tempo. Rilevo un’elevata ripetitività dei messaggi, e penso che i messaggi troppo omologati finiscano per non creare alcun elemento distintivo: ci si appiattisce e si perdono le emozioni». L’incontro con Gelormini ha fatto scattare la scintilla del progetto, con l’aggancio finale a un QR Code che rende i contenuti accessibili da un qualsiasi smartphone. Una leva non da poco, se si considerano fasce di clienti internazionali affascinati dal Made in Italy ma sprovvisti di strumenti intuitivi per conoscere (e apprezzare) meglio le cantine italiane. È lo stesso Mastroberardino, però, a chiarire che Sentieri di Vino non sarà “solo” un formidabile alleato della cultura vinicola fuori dall’Italia: «L’intenzione è comunicare il vino nella sua interezza, non solo per quanto riguarda Mastroberardino e la nostra Irpinia. La vite è una scultura animata che cerca e trova sempre le strade più sinuose per esprimersi».

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