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Caffè, nasce la capsula green di Lavazza e Novamont: stesso aroma…

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Caffè, nasce la capsula green di Lavazza e Novamont: stesso aroma e zero sprechi

La cialda si rinnova, con un “aroma” in più: la sostenibilità. La partnership tra Lavazza e Novamont ha dato vita alla prima capsula compostabile di caffè espresso al 100% italiana. Il prodotto, figlio di cinque (5) anni di ricerche congiunte tra i due giganti del made in Italy, sarà realizzato in Mater Bi 3G (la terza generazione delle bioplastiche Novamont) e conterrà due miscele Arabica certificate dalla Ong Rainforest Alliance. L’ingresso sul mercato è previsto per il 2016, prima nei circuiti e-commerce e poi sulla grande distribuzione. Nell’attesa, il gruppo si prepara alla vetrina di Expo con iniziative private e investimenti massicci in ricerca e sviluppo: una cifra pari al 5% del fatturato, con una quota da 14 milioni di euro riservata al solo target della sostenibilità. «Un circolo virtuoso da cui non vogliamo e possiamo uscire – spiega al Sole 24 Ore Marco Lavazza, vicepresidente del gruppo omonimo -. E la cifra degli investimenti in R&D è destinata a salire…».

Da rifiuto a risorsa, come funziona la capsula compostabile

Il mirino di Lavazza-Novamont si è concentrato su una fase ben definita, il fine vita del prodotto. Addio al ciclo naturale acquisto- consumo-discarica: la neo-capsula Lavazza può essere smaltita come rifiuto umido e avviata al “compostaggio industriale”, processo che ricicla il caffè esausto e la stessa cialda sotto forma di concime naturale per i suoli. Il Mater-Bi di terza generazione fa uso di sostanze vegetali e tracciabili, riduce le emissioni di CO2 e vanta un tasso di rinnovabilità superiore al 50% Insomma: una tazzina zero waste, zero sprechi, secondo lo schema dell’economia circolare che rigenera tutto quello che scorre sulla linea di produzione. «La capsula che abbiamo sviluppato mantiene tutte le fragranze del caffè nel ciclo di vita e può essere “riportata in natura” dopo il consumo. La sostenibilità sta nelle materie prime, ma anche nella chiusura del cerchio e nella sua percentuale di rinnovabilità» spiega Giulia Gregori, responsabile della pianificazione strategica di Novamont. «Lavazza innova da sempre, e ora abbiamo deciso di dedicarci all’ultimo miglio del ciclo di vita del prodotto. Prima lo avevamo fatto per tutta la parte prima»  sottolinea Marco Lavazza. Non c’è nulla di casuale nel focus sulle capsule, «un segmento che cresce a doppia cifra, piace all’estero e traina le esportazioni. Siamo orgogliosi di un prodotto al 100% italiano che rispetta  la sostenibilità ambientale» .

L’Hub di Cascina Cuccagna

A proposito di sostenibilità. Il marchio torinese affiancherà la sua presenza all’Expo come official partner di Padiglione Italia con Lavazza Sustainibility Hub, un “centro educativo»  installato alla Cascina Cuccagna di Milano. Il progetto, organizzato insieme alla stessa Novamont e Politecnico di Torino e con la collaborazione di Slow Food e dell’Università di Pollenzo, propone una fitta agenda didattica sul riutilizzo dei fondi di caffè nei rami industriali più disparati, dall’edilizia al tessile. «Faremo capire al consumatore finale cosa si può fare col vita del prodotto e approfondiremo, ad esempio, temi come la differenza tra biodegradabile e compostabile – conclude Lavazza – Questo per far capire quanto sono complessi, e decisivi, gli investimenti che stanno alle spalle dell’innovazione»

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