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Branca, non solo Fernet e fatturati in crescita costante

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Storie di eccellenza

Branca, non solo Fernet e fatturati in crescita costante

Novare serbando. E’ il motto di Fratelli Branca Distillerie, realtà che a 170 anni dalla creazione del Fernet-Branca ha due peculiarità: l’essere stata sempre gestita dalla famiglia che l’ha fondata – siamo alla quinta generazione – e continuare la produzione a Milano, all’interno della cinta daziaria. L’altro stabilimento si trova a Buenos Aires, sede della Fratelli Branca Destilerias: non è un caso, visto che il Fernet Branca – la cui ricetta segreta di Bernardino Branca non ha subito modifiche come la Coca Cola – è il super alcolico più bevuto in Argentina. Ma è solo uno dei tanti record nel settore degli spirits che può esibire la holding guidata dal Conte Niccolò Branca, presente in 160 Paesi e con un fatturato superiore ai 300 milioni di euro, in costante crescita nonostante la crisi.

Un impero che si è consolidato intorno ai prodotti storici (Fernet-Branca, Brancamenta, Stravecchio Branca), ampliando il portafoglio con la politica di acquisizioni, extension lines, partnership, nuovi mercati. Da qui l’entrata nel gruppo dei prodotti Borghetti (il Caffè Borghetti in primis) e Carpano (Antica Formula e il neonato Dry), delle grappe come Candolini (leader in Italia), del leggendario Punt e Mes, della vodka Sernova sino ai vini del Chianti e allo spumante Bellarco. Non bastasse, Fratelli Branca Distillerie distribuisce i brand del gruppo francese Rémy-Cointreau (i cognac Rémy Martin e Louis XIII, Cointreau, il rum Mount Gay e la specialità Passoa, il Gin Botanist e Metaxa), gli Champagne Piper-Heidsieck e la Tequila Sierra del gruppo tedesco Borco. Ci sarebbe il rischio di perdere il filo (non solo alcolico) ma il pragmatismo lombardo domina la scena. Tanto da voler celebrare il compleanno del liquore più amato di famiglia con un gustoso esercizio di stile, firmato da Davide Oldani. “Siamo venuti a cena qui, abbiamo apprezzato i piatti dello chef e ci siamo detti: perché non unire due eccellenze italiana e milanesi in particolare?” racconta il Conte Branca.

Ed ecco che dal cappello magico del guru del D’O sono usciti, preceduti dalla Cipolla Caramellata – qui accompagnata dal Punt e Mes – prima un Riso, pane tostato e Antica Formula (formidabile) e successivamente un “pericoloso” Stinco di maiale con una salsa al Brancamenta (equilibrato da una tisana di tè verde e Brancamenta in purezza) per chiudere con un Muffin al rum, adagiato su una salsa al Fernet Branca e una crema di patata viola. Divertente ma anche buono, fermo restando che sono tutti prodotti studiati per rendere più piacevole l’aperitivo e più intenso il dopocena.

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