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Agnello, capretto e maiale: etichetta trasparente dal 1° aprile

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Agnello, capretto e maiale: etichetta trasparente dal 1° aprile

  • –di food24

Arriva giusto in tempo per Pasqua. Dal 1° aprile maiale, agnello e capretto avranno la carta d’identità. Entra in vigore anche in Italia il nuovo Regolamento che impone l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili. La scritta “origine Italia” darà garanzia che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione si sono svolte sul territorio nazionale. Una storica novità che – sottolinea la Coldiretti – giunge dopo gli scandali della carne di maiale tedesca alla diossina venduta in tutta Europa e degli agnelli ungheresi spacciati per italiani.

Un lungo percorso iniziato 15 anni fa

Si è così completato un percorso iniziato circa 15 anni fa con l’obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, introdotto sotto la spinta dell’emergenza “mucca pazza” con il regolamento Ce 1760/2000 che impose l’obbligo di indicare anche il luogo di nascita, oltre a quello di allevamento e macellazione. Dalla nuova norma restano escluse la carne di coniglio e quella di cavallo ed anche le carni di maiale trasformate in salumi. Secondo alcuni una carenza da colmare al più presto visto che in Italia molti prosciutti sono prodotti con cosce di maiali stranieri.

Etichetta trasparente

Braciole e arista di maiale come pure cosciotti e carrè di agnello avranno dunque d’ora in poi la carta di identità e non potranno più circolare confezioni anonime. Con l’entrata in vigore del Regolamento Ue 1337/2013 dal primo aprile 2015 sull’etichetta delle carni di suino, ovino, caprino e volatili in vendita dovrà essere riportata una delle due seguenti indicazioni:

•“Allevato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo e poi “Macellato in…” (seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo, oppure si può indicare

•“Origine…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo

«Questa positiva novità introdotta dall’Europa è una tappa di un lungo percorso per garantire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – ma la battaglia continua perché in una situazione di difficoltà economica bisogna portare sul mercato il valore della trasparenza a vantaggio dei consumatori e dei produttori agricoli».

Tutti gli altri obblighi

L’obbligo per gli operatori di indicare in etichetta il luogo di allevamento e di macellazione delle carni di maiale, capra e pecora rappresenta un nuovo passo avanti del cammino iniziato a livello comunitario dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Il 1° luglio 2009 è scattato l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio. L’etichetta resta anonima oltre che per i salumi, per succhi di frutta, pasta e formaggi.  In Italia però il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo made in Italy per effetto dell’influenza aviaria; a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

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