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Un Qrcode per scoprire tutti gli allergeni del menù

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Un Qrcode per scoprire tutti gli allergeni del menù

La risposta italiana al Regolamento europeo, in vigore dal 13 dicembre, scorso, che impone di informare i consumatori sulla presenza di allergeni nelle pietanze non pre-imballate e ha gettato nello scompiglio il settore della ristorazione. Una soluzione semplice, nata dall’incontro fra la Confcommercio del Veneto e un’azienda trentina, che rovescia i termini del problema: non più segnalare quello che non si può mangiare, ma accogliere il cliente, anche quello intollerante o allergico, presentadogli fin dall’inizio il menù perfetto, la scelta di tutto quello che può consumare senza problemi.

Una tecnologia multifunzione

«La tecnologià c’era già – spiega Paolo Bouquet, cofondatore e docente di Informatica all’università di Trento dove nel 2008, per partecipare a un progetto europeo, è stata fondata la Okkam, oggi 12 dipendenti -. È la piattaforma Objectlinks, che può collegare qualunque oggetto della vita quotidiana in modo semplice per l’utente, e poco oneroso».
L’azienda ha già applicato e sperimentato il metodo sulle fermate degli autobus urbani, ma anche per alcune pubblicazioni (il giornale cartaceo diventa hub di informazioni e contenuti multimediali) e servizi per il turismo e la pubblica amministrazione. Nel caso dei ristoranti, l’idea è mettere un QR sul menù, ma anche sul cestino del pane o su qualunque altro supporto di uso comune; il consumatore punta il proprio cellulare (quasi tutti ormai dotati del lettore per il codice) e ottiene il menù ideale, su misura delle proprie esigenze.

Allergeni in piena trasparenza

La tecnologia della Okkam ha reso “parlante”, creando un mondo fra la realtà e il web, anche i siti culturali della città di Betlemme: basta puntare il codice per ottenere una guida turistica nella lingua scelta. La Confcommercio del Veneto sarà la prima a proporre il metodo ai propri associati, che potrebbero essere identificati con un simbolo sulla vetrina dell’esercizio. Ma le prospettive vanno anche oltre: «Attualmente, su internet, è possibile cercare un locale in base alla zona e alle recensioni che ottiene. Diverso è dire: oggi ho voglia di mangiare radicchio, e accedere all’elenco dei locali che lo propongono. Potenzialmente, uno strumento di promozione eccezionale», sottolinea Bouquet.

Una “rete” di ristoranti

Soprattutto in vista dell’Expo, visto che gli stessi produttori potrebbero essere collegati in un’unica rete: in questo modo il ristoratore potrebbe dichiarare la fornitura di materie prime senza allergeni fin dall’origine. Solo nel progetto “Veneto positive food”, presentato nei giorni scorsi, sono coinvolti un centinaio di ristoranti pronti a diventare canali di promozione e valorizzazione del territorio, delle produzioni tipiche e della qualità. In alcuni casi verranno create delle vere e proprie reti di impresa fra i maggiori ristoranti della regione, e un programma di formazione sull’accoglienza. Un progetto innovativo per far conoscere anche e soprattutto agli ospiti stranieri l’enogastronomia veneta, e un QR sul piatto potrebbbe servire a raccontare l’origine, la storia e le caratteristiche di quello che ci si appresta a gustare. Ecco qua un esempio.

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