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Cibo & teatro: da Milano a New York dove la cucina si fa racconto, musica e danza

Tre attori, un musicista, quattordici strumenti.  Un menù bilanciato, quarantasei ingredienti, quattro vini, tre pentoloni, centodieci piatti, novanta bicchieri, trenta “mummarelle”. Nell’atelier milanese di “Teatro in polvere” la cena è sul palco: 2 atti e 5 portate per 32 spettatori. Fornelli, odori, vapori e spruzzi di farina. Sulla scena il rito della cucina  si mescola con il racconto, la musica, la danza. Una volta tanto il cibo non è performace né competizione: riconquista una dimensione poetica. L’impasto del pane assume forme caraveggesche,  la zuppa della nonna riscopre i sapori del passato, gli involtini di verza sono un boccone di tenerezza, il formaggio stagionato la metafora della vecchiaia,  la torta una pozione miracolosa . In cinque tappe scandite dalle ricette della tradizione italiana, con il tocco dello chef Davide Oldani, il Teatro-Cucina di Valentino Infuso (con Stefania Casiraghi, Corinna Agustoni, Laura Gamucci e il musico  Roberto Zanisi) mette in scena la parabola della vita. E inventa un genere che si rifà a Eduardo: sul suo palcoscenico  il ragù di Donna Rosa, i maccarune e le frittate di cipolle sono sempre stati cibo vero.

Teatro gastronomico e antimafia 

Tiziana Di Masi (che ha  lavorato con Moni Ovadia, Carlo Lucarelli, Daniele Biacchessi, Oliviero Beha) fa risalire alle sue origini partenopee il bisogno di sperimentare di continuo sulla scena il legame con la cucina: “Discendo da Pulcinella, antica maschera napoletana. Pulcinella ama mangiare, è sempre affamato”, spiega l’attrice. Nei suoi spettacoli  interpreta il cibo in tutte le sue forme, intendendolo come ispirazione artistica e specchio di una nuova estetica del teatro. E soprattutto come impegno civile. Suo il progetto “Mafie in pentola”, teatro che nutre speranza, scritto da Andrea Guolo, in collaborazione con Libera: “Racconto storie di vino, olio, friselle, peperoncini, melanzane e legumi, di pasta, mozzarelle, torrone, miele, marmellate. Di terre confiscate alla malavita”. “Tutto quello che sto per dirvi è falso” è invece uno spettacolo sulla contraffazione, specie quella agroalimentare. Il pubblico è chiamato a distinguere tra ciò che è vero e ciò che non lo è, tra il buono e il cattivo.

Danza del couscous e tip tap dei sapori italiani

Radhuanne El Meddeb è un raffinato danzatore (e coreografo) tunisino in tournée in Europa con uno spettacolo di danza del ventre tutta al maschile “Au temps où les arabes dansaient”. Ma in una sua recente performances (“Je dance et Je vous en donne à bouffer”) ha ballato con energia e carnalità  la cerimonia  della preparazione del cous cous, condividendo  con il pubblico il piatto preparato in scena. A Parigi invece, sul palco del Cafè de la danse, quartiere Bastille, Cesare Vangeli, ballerino di tap dance e direttore del Laboratorio del Musical di Roma, ha acceso i fornelli cucinando tra gag e claquettes ricette di famiglia. Accanto a Vangeli (mimo, clown, regista e coreografo) si alternano gli spettatori che selezionano nel  foyer  gli ingredienti del menù: pomodori, basilico, melanzane, capperi di Pantelleria.  “For you, Swing&Tomato”, questo il titolo dello show con finale a sorpresa, sarà replicato dal 3 maggio a New York nell’ambito del Festival del teatro italiano: Laura Caparotti di Kairos Italy Theater e Ornella Fado, ambasciatrice del gusto italiano nella Grande Mela (conduttrice di Brindiamo!, fortunato programma di cucina sul canale 25 di NYC tv Life), lo porteranno in tour nei teatri di Broadway.

Gnocchi in tour e reading in pausa pranzo. 

Se vi imbattete in due che girano l’Italia su un vecchio Westfalia tirato a lucido, fate una sosta: Paola e Stefano, partiti da Belmonte, in Calabria,  improvvisano teatro e djset, impastando patate e farina. Sono i “Coltivatori di musica” (e di un orto sinergico – che prevede meccanismi di autofertilità del terreno –  nell’ex convento dei Cappuccini del loro paese): in coppia fanno resistenza gastrofonica viaggiante a suon di gnocchi. L’obiettivo è quello di ridefinire il rapporto con la terra e con gli altri: il loro viaggio comincia dalla gente.

“All you can read” invece non è teatro ma gli somiglia: organizzato da un gruppo di attori dello Stabile di Torino (e non solo), propone una pausa pranzo alternativa con letture da Calvino, Keret,  Quenau. Le voci di Andrea Bosca, Elisa Galvagno, Francesca Bracchino riecheggiano nella sede dell’associazione Dramelot, in via Mazzini, mentre i commensali consumano cibo da schiscetta. Una formula che presto sarà applicata anche all’aperitivo: Sprtiz, Mojito e poesia cambieranno il rito dell’happy hour

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