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Caffè lungo all'italiana: il segreto sta nella tostatura

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Caffè lungo all'italiana: il segreto sta nella tostatura

Un caffè da gustare a lungo. Il Biondo – una delle miscele storiche della veneta Goppion, ma vestito a nuovo – segna lo sbarco della famiglia di torrefattori trevigiani nel mondo inesplorato del caffè americano, V60, filtrato, French press. In altre parole, del caffè lungo, quello che ai puristi della moka e dell’espresso fa stracciare le vesti.

Goppion scommette sul Biondo

Proprio loro, che dalla piccola “fabbrica” del caffè di Preganziol hanno costruito l’orgoglio del gusto e della qualità made in Italy, che hanno lavorato nei Paesi d’origine per far crescere la qualità del fair trade, che hanno lanciato il Nativo biologico… adesso vendono l’anima al “lungo” per giocarsela sui mercati scandinavi e dell’Est Europa, del Nord America o d’Oltralpe?
Ebbene sì, ma a modo loro, con la sfida di fare del caffè lungo una scelta di qualità. La filosofia del Biondo è chirurgica e dice più o meno così: a te che ami un caffè che va oltre i 7 grammi dell’espresso e che se la gioca con più acqua di una tazzina, proprio a te dedichiamo una miscela di alta qualità fatta con gli stessi grani e alla stessa temperatura delle altre miscele (ma per meno tempo). Così, un video emozionale di lancio del Biondo racconta la “cerimonia” privata di un caffè da scaraffare e condividere a lungo con gli amici.

Una sfida per il mercato italiano

E qui si innesta la seconda sfida della Goppion: provare a giocarsi il Biondo anche sul mercato italiano. Negli ultimi anni, infatti, il Belpaese ha manifestato slanci di curiosità verso quel bicchierone che negli Usa o in Olanda accompagna un’intera mattinata come un té, ma che merita un aroma non sciatto. Ecco perché il Biondo sarà proposto da fine gennaio in sperimentazione in alcune caffetterie italiane e solo nella seconda metà del 2015 andrà al circuito Horeca: «Per fare il Biondo dobbiamo tostare di meno i chicchi, 8-10 minuti, ma proprio per questo serve una miscela di caffè che regga una tostatura inferiore – spiega Paola Goppion -. I sentori sono più intensi, quasi enfatizzati».
L’idea del grande passo verso il caffè dedicato al filtro nasce quasi spontanea. «Abbiamo iniziato a fare questa tostatura per un cliente di Venezia, che probabilmente voleva soddisfare gli ospiti stranieri – prosegue la Goppion -. Ora il progetto è partito e ci proponiamo di fare anche formazione ai baristi, come abbiamo fatto da sempre con l’espresso».

11 milioni di fatturato per il 20% all’estero

Goppion Caffè, 35 addetti, ha chiuso il 2014 con 1,2 milioni di kg di materia prima lavorata e un fatturato di 11 milioni di euro, realizzato per il 12% all’estero. Le previsioni per il 2015 danno l’export a quota 20% sul fatturato. L’azienda esporta in 26 Paesi: Iran, Dubai, Taiwan, Polonia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia, Russia, Bulgaria, Bielorussia, Lituania, Lettonia, Paesi Bassi, Ucraina, Belgio, Lussemburgo, Turchia, Francia, Slovenia, Bosnia, Singapore, Grecia, Egitto.

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