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Diventare esperti di cucina Thai a Bangkok, dopo una full immersion a Hong…

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Ristoranti

Diventare esperti di cucina Thai a Bangkok, dopo una full immersion a Hong Kong

Gateway natalizio, voglia di sole. Molti si dirigono verso ovest, cercando ristoro sulle spiagge dei Caraibi. Ma l’alternativa orientale, più esotica e meno scontata, è altrettanto accattivante. Che siano i templi cambogiani, le lacche bimane o il traffico caotico della ex Saigon di sicuro non si corre il rischio di annoiarsi sul lettino a bordo mare con un cocktail tra le mani. Ecco un un itinerario tra la storia e il futuro hi-tech che si snoda (anche in pochi giorni) a cavallo tra Hong Kong e Bangkok.

La destinazione finale è la capitale thai, ma come perdere l’occasione di un effervescente stop over nell città più simpatica del novello impero cinese? A Hong Kong volano in tanti ma la compagnia di bandiera, Cathay Pacific, non a caso accumula premi su premi, buon ultimo il Best Asian Airline serving China. Da non perdere in attesa del successivo volo per Bangkok un salto in una delle lounge Cathay. Hanno il comfort e l’eleganza che ci si aspetta da una compagnia di livello – anche se non tutte, come queste, sono disegnate da archi-star del calibro di Foster – ma un punto in più lato gastronomico. Non è da tutti avere all’interno della lounge un vero ristorante, come il Noodle bar alla The Wing.

Arrivati a Hong Kong non c’è che l’imbarazzo della scelta. Siete fanatici della tecnologia? La caccia all’ultimo gadget per il vostro smartphone non può essere più semplice. La città è piena di negozi dedicati e vale la pena anche di fare un salto al megastore Apple, affacciato sulla baia a Victoria Harbour. Avete una passione per l’antiquariato? Allora passeggiate lungo Hollywood road, una delle più antiche strade della città dove troverete anche molte gallerie d’arte gestite da compassati gentiluomini british eredità del vecchio passato coloniale. Non perdetevi la gita in barca nella baia, possibilmente al tramonto su una delle poche giunche cinesi dalle caratteristiche vele rosse sangue rimasta in attività (anche se, ahimè, a motore): lo skyline della città è mozzafiato.

Ma Hong Kong è la meta ideale soprattutto per i foodies. La città pullula di ristoranti e ogni cucina è rappresentata: ottimi piatti della tradizione cinese al Man Wah, il ristorante stellato al 25mo piano del Mandarin Oriental; un tuffo a casa con il menù di Giando, dove l’ex cuoco di Gianni Agnelli Gianni Caprioli offre ricette italiane senza sconti o commistioni con il gusto locale; proposte fusion in un decor di tendenza (con opere di Basquiat e Damien Hirst, per intenderci) da Bibo, novella acquisizione della catena Relais & Châteaux, o dal classico Zuma per un twist di cucina giapponese contemporanea.

Chi vuole andare a colpo sicuro non può mancare una visita a Otto e mezzo, il ristorante di Umberto Bombana, primo chef italiano a ottenere tre stelle Michelin all’estero. Per il dopocena d’obbligo un bicchiere sulla terrazza di Sevva, nel Prince’s Building: dire panoramica è quasi farle un torto.

Hong Kong perfetta sintesi di Oriente e Occidente, dove persino la lunga protesta dei giovani studenti si è svolta senza sbavature, con ordinata precisione, tanto che era addirittura garantita la raccolta differenziata dei rifiuti tra le tende dei manifestanti.

Tutt’altra atmosfera a Bangkok, più colorata, festosa, contaminata. Seppur in dialogo costante tra passato e futuro. La città vive sul e del fiume. E lì bisogna stare, meglio se affacciati dalle finestre del Mandarin Oriental, storica dimora che ha ospitato regnanti, artisti e scrittori. L’Oriental, la struttura originaria – che oggi alberga solo suite dedicate agli scrittori che hanno soggiornato in hotel, da Joseph Conrad a Graham Greene e Somerset Maugham – offre un delizioso the pomeridiano: atmosfere coloniali e un tuffo nel passato (se siete uomini vorrete indossare la sahariana d’ordinanza, alle signore mancherà il parasole in tulle).

Imperdibile la cena in battello lungo il Chao Phraya river (da evitare le barche con musiche troppo assordanti) e una visita al Wat Arun, il tempio più antico di Bangkok che metterà alla prova la vostra forma fisica: scale ripidissime e gradini al doppio dell’altezza normale.

Wat Arun – Bangkok

Dopo aver espletato il tour di rigore al Palazzo Reale – architetture gloriose dai colori sgargianti – e aver pagato tributo al Budda di Smeraldo, concedersi un tuffo nello shopping più sfrenato. Bangkog è il regno degli acquisti, sia che vi azzardiate ad accarezzare l’idea di portarvi a casa un falso Rolex, sia che vi perdiate tra i mille gadget dell’MKB, o vi facciate cucire un abito su misura sul modello dell’ultimo Versace o Chanel. Pezzi di antiquariato di ottima fattura nel nuovissimo OP Place Antique gallery accanto al Mandarin Oriental e sciarpe variopinte da Jim Thompson, indirizzo sicuro ma con prezzi non troppo distanti dal quadrilatero della moda a Milano.

Sempre al Mandarin potete cogliere l’occasione per sfoderare un’ottima cena thailandese al rientro a casa. I corsi di cucina tenuti da Narain Kiattiyotcharoen sono chiari, efficaci e adatti anche ai non esperti. A parte il cognome impronunciabile. Narain è il tutor perfetto (non a caso nasce come insegnante di inglese): senza che quasi ve ne accorgiate vi farà cucinare un Phad Thai impeccabile o una Tom Gai Proong, la zuppa di pollo (“il segreto è non girare il pollo, deve starsene tranquillo al caldo, come in una Jacuzzi”).

Un massaggio Thai (se ne trovano ovunque in città e di ottima qualità) giusto per ritemprarsi e correre, di sera, al mercato dei fiori. Un vero incanto per gli occhi: inebriati dal profumo si può restare ore a guardare le donne che inanellano gelsomini e orchidee per formare ghirlande e collane. È ora di cena. Agli stomaci forti basterà allontanarsi di qualche passo verso le bancarelle che offrono cavallette e larve caramellizzate, i gourmet non si lasceranno sfuggire l’occasione di provare Nahm, giudicato il miglior ristorante asiatico e 13mo nella classifica mondiale dei 50Best. Un locale elegante all’interno dell’hotel di design Metropolitan. Si finisce al 64 piano di un edificio pseudo-barocco, al Sirocco, “il” lounge bar di Bangkok: di qui si gode una vista memorabile sulle luci della città e non importa se il gin & tonic non ha proprio la tonica giusta….

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