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Ruffino reinventa il fiasco per il Chianti

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Vino

Ruffino reinventa il fiasco per il Chianti

Anche se (quasi) tutti l’hanno rinnegato – a favore della più moderna, slanciata ed economica bottiglia bordolese – il fiasco rimane il simbolo della tradizione toscana del vino, e in particolare del Chianti che in questo contenitore ha trovato, nel Novecento, la sua fortuna.

Tra le storiche aziende che, fin dalle origini, hanno contribuito a trasformare il fiasco in simbolo di italianità nel mondo c’è la Ruffino di Pontassieve (Firenze), uno dei marchi vinicoli tricolori più conosciuti al mondo, oggi in mano al colosso americano Constellation Brands, che da due anni ha “riscoperto” il fiasco attualizzandolo e modernizzandolo in una versione che ha visto ridurre la forma panciuta circondata dall’impagliatura, e sostituire la paglia con una carta che ne ricorda trama e colore.
Oggi Ruffino fa un passo ulteriore, e “veste” l’icona-fiasco con la creatività dell’arte contemporanea: il risultato è un ammiccante volto femminile, disegnato dall’artista francese (ma vive a Firenze) Clet, lo stesso che in molte città italiane ha trasformato i cartelli stradali in opere d’arte applicandovi sopra adesivi che non impediscono la comprensione.

Traendo ispirazione dalle linee sinuose del vetro e dalla trama dell’impagliatura, Clet ha intravisto nella forma iconica del fiasco il volto della sua assistente Janine, che infatti è diventata il nome dell’opera: “Questo fiasco le assomiglia nell’espressione un po’ buffa – spiega Clet – nelle curve morbide eleganti e, curiosamente, anche nel nome: dame-Janine, una piccola damigiana. Janine è dunque il mio omaggio a un’icona senza tempo della storia italiana, il fiasco”.
Il fiasco Ruffino-Clet, che contiene un Chianti Superiore 2012, è prodotto in edizione limitata e numerata di 6mila esemplari. “L’idea di Ruffino, attraverso questa collaborazione con Clet, è di innovare nel solco della migliore tradizione, senza freni nostalgici ma nel sacro rispetto di ciò che ha contribuito a rendere il fiasco un portavoce di italianità e buona convivialità”, spiega il direttore generale di Ruffino, Sandro Sartor, a capo di un’azienda vinicola che nel 2013 ha fatturato 73,8 milioni (+14%), per il 90% all’export. Rispettare lo storico binomio Chianti–fiasco, e provare a elevarlo in complessità e piacevolezza, è la sfida che l’azienda sembra avere già vinto.

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