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La zuppa "radioattiva" di Fukushima alla Frieze Art di Londra

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La zuppa "radioattiva" di Fukushima alla Frieze Art di Londra

Il cibo ha trovato alla Frieze Art Fair di Londra una nuova modalità di espressione come arte concettuale con un messaggio universale. Ha suscitato controversie in Giappone e un ampio dibattito sui social network l’installazione di Ei Arakawa nelle strutture della 12esima edizione della fiera londinese a Regent’s Park: lui (artista che vive a New York) e il fratello offrivano gratis ai visitatori una “zuppa di Fukushima” preparata dalla madre con i daikon e altri vegetali coltivati nella zona di Iwaki, nella prefettura colpita dall’incidente nucleare del marzo 2001.

La performance degli ”United Brothers” era intitolata “Does This Soup Taste Ambivalent?”. Benché il cibo fosse stato testato per assicurare l’assenza di pericoli per la salute, l’offerta della possibilita’ “concettuale” di contaminazione radioattiva intendeva, a detta di Arakawa, cogliere il dilemma causato dalla polarità tra le rassicurazioni ufficiali e il diffuso stress psicologico provocato dai dubbi sulla sicurezza alimentare. Nel suo stand si potevano leggere commenti pro e contro l’atomo, ma l’artista ha indicato di non voler essere un attivista antinucleare: il suo scopo era più generico (stimolare un dibattito sul cibo) e al tempo stesso più specifico (sollecitare i visitatori a riflettere sull’immagine che hanno attualmente di Fukushima). La zuppa di Fukushima è stata per lo piu’ apprezzata, ma c’è chi ha declinato l’offerta di un assaggio. Del resto, alcuni media britannici hanno rilanciato la notizia della curiosa installazione “live” con un certo sensazionalismo sulla “zuppa radioattiva”.

Il governo giapponese è fortemente impegnato, intanto, nella promozione del cibo giapponese all’estero e sottolinea che i controlli di radioattività sono capillari e basati sugli standard più rigorosi del mondo. Una campagna che culminerà  l’anno prossimo a Expo Milano.

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