In tutto il mondo se ne producono oltre 14 milioni di tonnellate, di cui 3,4 milioni sono in Italia. E dal 1997, ogni 25 ottobre tutto il mondo ha deciso di dedicare una giornata di studi e celebrazioni a questo alimento importante e simbolo non solo del made in Italy: la pasta. Obiettivo dell’iniziativa, nata per volontà di un gruppo di associazioni di categoria appartenenti a diversi paesi del mondo – gli stessi che hanno poi deciso di fondare l’Ipo, International Pasta Organisation nel 2005 – è celebrare la pasta e comunicarne i pregi nutrizionali a media e consumatori, spiegando come questo alimento globale e consumato ormai in tutti i continenti, sia in grado di soddisfare i primari requisiti dell’alimentazione e di esaltare le più ricercate sperimentazioni in campo gastronomico.
Quest’anno il Pasta Day si svolgerà a Buenos Aires, in Argentina, dove l’Unione dei produttori di pasta della Repubblica Argentina (Uifra), in collaborazione con l’Ipo, organizzano la conferenza “Pasta: Valor Aggregado para la Nutricion Familiar”. Ma particolarmente atteso sarà il prossimo appuntamento, poiché in quella occasione si terrà il V Congresso Mondiale della Pasta, che ogni cinque anni riunisce i vertici dell’industria della pastificazione di tutto il globo. I lavori congressuali si svolgeranno proprio presso gli spazi di Expo, in piena sintonia con il tema conduttore dell’evento: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
Amata e prodotta in tutto il mondo, la pasta però resta un simbolo per il nostro paese.L’industria italiana della pasta mantiene, infatti, il primato per produzione (in crescita del +2,3% rispetto all’anno precedente, per un valore complessivo di oltre 4,6 miliardi di euro), potenzialità produttiva istallata, consumo nazionale, consumo pro-capite ed export.
Nel 2013 abbiamo esportato 1.901.354 tonnellate di pasta con un incremento del 5,4% sul 2012; mentre a valore l’export ha portato alle aziende produttrici italiane oltre 2 miliardi di euro, con un incremento del 3,9 per cento. Se l’Unione europea – soprattutto grazie al ruolo del nostro paese – copre una quota pari al 35,7% della produzione mondiale, il resto viene prodotto per il 16,3% nei restanti paesi europei, per il 21% in Centro-sud America, 15,2% in Nord America, 5,6% in Africa, 4,1% in Medio Oriente, 1,7% in Asia e infine 0,4% in Australia.
Nella classifica mondiale dei consumi, l’Italia si conferma al primo posto con oltre 25 chilogrammi pro-capite, seguita da Tunisia (16 kg), Venezuela (12,2 kg), Grecia (11,5 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Cile (8,4 kg) e Argentina (8,3 kg). Un primato e un simbolo del made in Italy che va difeso e valorizzato, anche attraverso una maggiore conoscenza delle sue proprietà. Ma noi, cittadini comuni e consumatori, quanto ne sappiamo davvero sul valore e le origini di questo sano alimento?
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