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Cà del Bosco: debutta il cru di Pinot nero a zero dosaggio

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Vino

Cà del Bosco: debutta il cru di Pinot nero a zero dosaggio

Maurizio Zanella, fondatore e patron di Cà del Bosco, non si stanca di ripetere una frase a chi gli chiede pareri sui Franciacorta in produzione. “Dipende dal mio socio di maggioranza, il Padreterno”. In parte ha ragione, ma proprio in nome del proverbio “aiutati che Dio ti aiuta”, la factory di Erbusco ne inventa sempre una nuova.

Nessun dubbio che l’ultima farà parlare: Collection Dosage Zéro Noir, il quarto della linea dei millesimati (gli altri sono il Brut, il Satèn,  il Dosage Zéro) che sono classificati Riserva. Tecnicamente è un 100% pinot nero vinificato in bianco, un blanc de  noir creato con uve provenienti da un unico luogo tra i più elevati dell’area, a 466 metri sul livello del mare e in posizione spettacolare: la vigna Belvedere. Sono 4,5 ettari, in mezzo ai boschi, che godono di condizioni ideali di suolo ed esposizione al sole: in due anni è stato preparato, ripulito e ripiantato per essere pronto nel ‘91. “C’erano vigne anche centenarie ma soffocate dai rovi, ora è un gioiello che ha un terzo di trattamenti in meno rispetto agli altri nostri vigneti e produce non più di 70-80 quintali per ettaro, quest’anno circa la metà”.

Le date dei millesimi Dosage Zéro Noir fanno capire i tempi di affinamento record sui lieviti – ovviamente senza alcuna liqueur d’expedition alla sboccatura – e quindi una espressione qualitativa al top del “Metodo Ca’ del Bosco”: 2001, 2004 e 2005 tutti degorgiati nell’estate  2014. “Per noi è il modo migliore di raccogliere l’eredità del Brut Pinot Nero che io e Andrè Dubois creammo nel 1980continua il patron di Cà del Boscoavevamo intuito il potenziale di questo vitigno e realizzammo un vino al 100% di Pinot Nero. Lo vendemmo nel ’97 ma pochi ebbero la possibilità di acquistarlo: le 6mila bottiglie vennero vendute in un solo giorno, per lettera”.  Giustamente, anche in questo caso, non sarà un Franciacorta per tutti: venduto in casse da sei bottiglie, sui 500 euro allo scaffale, ma in tutte e tre le annate. “Abbiamo iniziato a vinificare con calma –precisa Zanella – ma nel ’99 non ci è piaciuto, nel 2000 non abbiamo prodotto. Nel 2001 sì, poi abbiamo saltato il 2002 e il 2003 per riprendere con le due stagioni successive. E per lanciare questo vino e il ‘progetto’, abbiamo deciso di presentare non la singola annata ma la prime tre realizzate per capire e discuterne le  potenzialità”. Domanda obbligatoria: perché Dosage Zéro per questa nuova Vintage Collection? “Per fare esprimere davvero il luogo e il vitigno. Non l’uomo che corregge e migliora. Giochiamo a carte scoperte, una volta di più”.

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