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Ecco come funzionano le "Doc" americane

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Vino

Ecco come funzionano le "Doc" americane

Gli Stati Uniti d’America sono, oggi, il quarto paese al mondo in termini di produzione di vino. E, notizia recente, hanno superato la Francia come volume di mercato.

La storia del vino in America ha origini lontane nel tempo, diversamente da quanto potremmo pensare. Vinland fu il nome attribuito dai Vichinghi all’attuale territorio di Terranova, e nonostante la storia sia controversa per la mancanza di documenti originali, sempre più recenti scoperte, dimostrano l’esistenza della vite nei territori canadesi e nord americani già intorno all’anno 1000. Ma l’interesse per la vite, soprattutto per ottenerne vino, arrivò diversi secoli dopo con la messa a stabile dimora di vitis vinifera da parte degli Europei. Da qui la ricerca dei primi territori vocati per la produzione di buon vino da vitigni autoctoni come il catawba in Ohio. Le coltivazioni muovono poi a nord-est verso i climi più temperati dell’attuale stato di New York. A sud ed ovest la vite arriva grazie alle colonizzazioni e si muove rapidamente dal New Mexico in California con i missionari spagnoli.

Da questa rapida istantanea storica comprendiamo che diversi stati americani raccontano di loro anche attraverso il vino. Oggi i pinot neri dell’Oregon hanno fatto breccia nelle porte più resistenti delle enoteche e ristoranti più rinomati al mondo. Così come i vini dello stato di Washington, secondo per quantità di vino prodotta dopo la California, riservano sorprese qualitative di prim’ordine con gli ottimi merlot, chardonnay e syrah.

Per dettagliare con giusto approccio geografico, così come già avvenuto in Francia Italia e Spagna, anche gli Stati Uniti si dotano di una denominazione per zone vitivinicole. AVA, American Viticultural Area: 212 aree geografiche ben precise caratterizzate da un nome e da dove questo derivi, da specifici confini geografici e specifiche peculiarità della posizione, dell’irraggiamento solare, della presenza di corsi d’acqua o di catene montuose o collinari, caratteristiche del suolo, volume delle precipitazioni, venti, nebbia, presenza o vicinanza di zone vulcaniche o paludose, altitudine; quale sia poi la caratteristica distintiva di aree vitivinicole prossime o adiacenti quella interessata. Si comprende bene che l’interesse e la scrupolosità nel voler valorizzare la cultura vitivinicola sia massimo. Così come si comprende anche la nascente curiosità dei nuovi consumatori che ricercano prodotti statunitensi poco noti e fuori dai soliti circuiti che propongono la “California” come unica regione che propone ottimi vini. God bless America.

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