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"Semafori" alimentari: dopo Londra in arrivo anche in Francia e Finlandia

  • –di food24

Non solo Londra. I “semafori” nelle etichette alimentari introdotti in Gran Bretagna per scoraggiare l’acquisto di prodotti ricchi di zuccheri o grassi potrebbero presto comparire anche sugli scaffali francesi e finlandesi. Il ministro francese della Salute Marisol Touraine ha presentato una proposta di legge per l’introduzione di questa speciale etichettatura che verrà formalizzata al primo consiglio dei ministri in settembre. Altrettanto si appresta a fare il governo finlandese mentre gli inglesi non hanno alcuna intenzione di recedere nonostante la minaccia di una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles. In realtà al momento la procedura è ferma per il rinnovo delle cariche europee che ha “congelato” la discussione.

Si muovono anche Aukland e Quito

La Nuova Zelanda ha appena varato un sistema volontario di rating nutrizionale dei cibi mentre l’Ecuador ha già adottato il modello britannico segnalando con appositi colori l’alta presenza di sale, zucchero e grassi.

In Italia i produttori hanno immediatamente sollevato l’allarme. “Sono decisioni che fanno discutere – afferma Assolatte – già nel 2013 ci siamo opposti a questo schema di etichettatura, perché privo di consistenza scientifica e in contrasto con l’obiettivo di armonizzazione delle regole Ue in materia d’informazione ai consumatori. Oltre che ingannevole poiché attribuisce il codice rosso a molti alimenti, senza tener conto delle loro specificità nutritive”.

L’allarme lanciato da Assolatte è stato raccolto e condiviso dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Ma gli inglesi continuano a comprare italiano

Fortunatamente per le nostre produzioni (sul banco degli imputati salumi, formaggi e dolci) i consumatori britannici non sono molto diligenti e non sembrano farsi intimorire dai minacciosi semafori rossi.

Per quanto riguarda in particolare i formaggi – da quelli Dop (come Gorgonzola e Grana Padano), a quelli tradizionali (mozzarella, provolone) o “innovativi” (come i formaggi spalmabili) – le vendite continuano ad aumentare. Tra gennaio e aprile 2014, l’export di formaggi dall’Italia alla Gran Bretagna è cresciuto a volume del 7,8% (era +8,6% nell’intero 2013), e il paese è tuttora il quarto mercato di sbocco per le imprese casearie italiane.

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