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Milano apre il cantiere della Food policy cittadina (con l'aiuto di Fondazione Cariplo)

Milano svilupperà una Food Policy, una gestione integrata di strumenti, servizi, ricerca e innovazione che toccano a largo spettro il mondo dell’alimentazione. Per farlo potrà contare sulla collaborazione di Fondazione Cariplo che mette in campo le proprie competenze scientifiche e un congruo impegno finanziario (130mila euro).

La firma del Protocollo

Oggi il sindaco Pisapia e il presidente della Fondazione Guzzetti hanno firmato un protocollo che impegna le due istituzioni a creare il percorso destinato a culminare nella stesura di un programma dettagliato di azioni durante i mesi dell’Expo. Per il Comune l’obiettivo è creare uno strumento di supporto al governo della città per qualificarla e renderla più sostenibile partendo proprio dai temi legati all’alimentazione. Un progetto in cui verranno messe a sistema le politiche che incrociano questi temi da diversi punti di vista: territorio, welfare, educazione, ambiente, benessere, relazioni internazionali.

Una ricerca sul campo

Nella prima fase Fondazione Cariplo si incaricherà di effettuare ricerche sul campo mappando i diversi servizi e settori della città legati all’alimentazione, dai sistemi di produzione agroalimentare alla distribuzione alle modalità di fruizione da parte dei cittadini. Un tema non nuovo per i ricercatori della Fondazione che già da tempo si occupano delle ricadute ambientali delle produzioni agricole con i progetti sull’agricoltura periurbana e quelli nel Parco Agricolo Sud Milano.

Un modello già efficace all’estero

Comune e Fondazione hanno deciso di dar vita a una Food Policy cittadina sulla scorta del modello già testato con successo all’estero. Le Food Policies sono nate negli Stati Uniti negli anni ’80 per poi diffondersi in tutto il Nord America e, successivamente, nel Nord dell’Europa. New York, Vancouver, Toronto, Seattle come Londra e Amsterdam. In tutte queste città sono stati studiati paradigmi per migliorare la gestione del ciclo alimentare. All’intermo di questi progetti sono nati anche i famosi orti urbani, i food hubs, le community kitchens e sono stati creati servizi di welfare di quartiere così come nuove professioni legate al cibo.

Un patto con i sindaci stranieri che interverranno all’Expo

Su questi temi – ha detto il sindaco – si lavorerà concretamente da oggi e per i prossimi 5 anni anche a Milano. “Con questo Protocollo noi, insieme a Fondazione Cariplo e alla città, vogliamo discutere e dare segnali concreti per il futuro del Pianeta. Recenti indagini rivelano che la nuova geografia della fame, ossia della privazione di un cibo sano, traccerà confini inediti tra quartiere e quartiere in tutte le città mediamente sviluppat”.
Come Kyoto, meglio di Kyoto: il Comune e Fondazione Cariplo vorrebbero che il nome di Milano, fosse associato a un grande momento di confronto internazionale, che prenderà vita durante i sei mesi Expo. In quell’occasione si chiederà ai Sindaci di tutto il mondo presenti a Milano di sottoscrivere un patto internazionale che coinvolga anche le loro città nella costruzione di sistemi alimentari centrati “sulla sostenibilità e sulla giustizia sociale”.
“Il nostro intervento – ha spiegato Guzzetti – ha l’obiettivo di dare vita ad un’azione che rimanga anche dopo la manifestazione e soprattutto sia basata su metodo scientifico della ricerca, capace di cambiare in meglio i comportamenti delle persone, degli attori e degli operatori. Lavoriamo su questi temi non come uno sponsor che mette risorse economiche, ma come operatori che entrano nel merito dei problemi, li sviscerano e offrono il proprio contributo per risolverli e migliorare le cose”.

Coinvolgimento attivo dei cittadini

La Food Policy cittadina, nelle intenzioni dei due firmatari del Protocollo, contribuirà a definire un quadro organico di tutti questi elementi, definendo le azioni chiave per realizzarlo, promuovendo il coinvolgimento attivo della cittadinanza (da questo pomeriggio è online il sito) e di tutti coloro che abitano e usano la città al fine di capitalizzare una pluralità di risorse (idee, competenze, investimenti, ecc.) nella costruzione della nuova policy.

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