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Hedge fund spende 50 milioni $ per dimostrare che Herbalife è una truffa, ma Wall Street non ci crede

Pur di distruggere Herbalife l’hedge fund Pershing Square Capital Management ha messo sul tavolo 50 milioni di dollari e finanziato una lunga indagine investigativa privata per dimostrare che l’azienda famosa per le tisane dimagranti è costruita su uno schema di vendita piramidale (vietato dalla legge perchè ingannevole) analogo a quello che nel 2001 ha portato la Enron al fallimento.

“Datemi retta – ha detto il miliardario Bill Ackman, a cui fa capo il fondo, a chi sollevava dubbi sull’iniziativa – quando vedrete quel che abbiamo raccolto vi renderete conto che sono stati soldi ben spesi”. A suo parere i “nutrition club” creati da Herbalife assomigliano parecchio alle false trading room messe in piedi da Enron nella frode che portò alla bancarotta. In realtà Ackman rischia di ottenere l’effetto opposto.

Ieri sera, in una presentazione a New York durata tre ore e durante la quale era molto coinvolto emotivamente, ha rivelato i risultati dell’inchiesta, che intende mettere a disposizione delle forze di polizia. Se però in seguito alle prime dichiarazioni di Ackman le azioni di Herbalife avevano perso l’11%, arrivando a una perdita complessiva del 31% dall’inizio dell’anno, oggi hanno beneficiato di un rimbalzo del 26%, toccando 67,77 dollari, il maggior guadagno dell’azienda californiana in un una giornata borsistica. Evidentemente il mercato non ha creduto a Ackman oppure, come hanno sottolineato alcuni analisti, gli investitori possono aver condiviso le sue riflessioni sul piano etico ma non hanno ritenuto che Herbalife stia mettendo in atto una frode.

La battaglia di Ackman contro Herbalife dura dal dicembre 2012: il miliardario ha scommesso un miliardo contro la società di Los Angeles sostenendo che ha ingannato i distributori, fornito dati falsi sulle vendite e vende a prezzi assurdamente alti materia prima di scarso valore.

Bisogna vedere ora cosa farà la Federal Trade Commission (FTC) statunitense che aveva già aperto un’indagine per truffa nei confronti di Herbalife.

La società venditrice di integratori, che conta su due milioni di distributori indipendenti chiamati a reclutarne sempre nuovi in una sorta di catena di Sant’Antonio, all’inizio si è limitata a rispondere alle nuove accuse di Ackman con un sibillino “la verità trionferà”. Ora minaccia azioni legali.

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