Food24

Il cibo sprecato nel mondo vale quanto il Pil svizzero (ma gli italiani…

  • Abbonati
  • Accedi
in Primo Piano

Il cibo sprecato nel mondo vale quanto il Pil svizzero (ma gli italiani stanno migliorando)

Le famiglie italiane sprecano meno cibo. Gettiamo nella spazzatura il controvalore di 8,1 miliardi di euro: erano 8,7 l’anno scorso. E cresce l’attenzione. Quattro italiani su cinque prima di gettare del cibo scaduto controlla se è ancora buono e in quel caso lo utilizza: soltanto pochi mesi fa, a gennaio, era solo poco più del 60% a farlo.

Lo spreco avviene in famiglia

Restano comunque le famiglie, quindi il consumo domestico, i principali responsabili dello spreco alimentare. Un terzo della produzione mondiale (1,6 miliardi di tonnellate) prende la via del bidone della spazzatura pur essendo nella maggioranza dei casi ancora perfettamente consumabile e lo spreco avviene, nel 22% dei casi entro le mura domestiche. Per dire, la fase distributiva è “colpevole” solo in misura pari all’11%.

Portare a casa gli avanzi dal ristorante

Tutti questi dati, insieme a una miriade di altri, molto dettagliati, sono contenuti nel Rapporto 2014 sullo spreco alimentare elaborato da Waste Watcher/Knowledge for Expo presentato stamattina a Milano dal presidente di Last Minute Market Andrea Segrè e quello di Swg Maurizio Pessato. Il quadro che emerge è di una maggiore consapevolezza dei consumatori: il 60% delle famiglie ha  un comportamentoi più attento agli sprechi e la stragrande maggioranza (il 90%) legge le etichette. “Il problema – spiega Segrè – è però che chi legge non sempre capisce la differenza tra consumare “entro” una certa data o “preferibilmente”. La differenza non è di poco conto”. Altra novità interessante: il cosiddetto “doggy bag”, cioè il contenitore per portar via il cibo avanzato al ristorante non è più considerato un'”americanata”. Secondo i risultati del sondaggio, il 30% degli italiani già lo chiede, il 18% vorrebbe farlo ma i ristoranti non hanno contenitori adatti, il 28% lo chiederebbe ma si vergogna.

L’utilità dei Diari familiari

Il sondaggio su cui è costruito il rapporto si basa sulla percezione degli intervistati e non su dati verificabili. Dal campione di famiglie emerge uno sperco di 630 grammi a settimana, pari a 6,5 euro, che appunto a livello nazionale cumulano 8,1 miliardi. “Ma i dati di altri Paesi che hanno fatto ricerce più dettagliate – sottolinea il presidente di Last Minute Market che collabora con il ministro dell’Ambiente al Piano nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari –  fanno emergere un divario anche fino al 50% tra autopercezione e spreco effettivo”. Per questo sarebbe utile una ricerca sui comportamenti basata su Diari familiari – come già avviene in alcuni paesi del Nord Europa – che certificano l’utilizzo (e lo spreco) quotidiano di alimenti. Segrè ha lanciato l’invito a Expo a farsi promotore di questa fase di approfondimento.

Pari al Pil svizzero – I rimedi possibili

A livello mondiale lo spreco di cibo ha un costo valutato intorno a 750 miliardi di dollari, una cifra equivalente al Pil della Svizzera. Come ridurre gli effetti di questi comportamenti poco respinsabili?

Innanzitutto attraverso una efficace promozione dell’educazione alimentare. Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, presente stamattina, ha annunciato un progetto mirato per la scuola primaria che dovrebbe partire già dal prossimo anno scolastico.

In secondo luogo andrebbero migliorati i metodi di conservazione: spesso buttiamo il cibo semplicemente perchè è conservato male in frigorifero. Qui la tecnologia può venirci incontro. Già esistono frigoriferi intelligenti con display che indicano le scadenze dei cibi, in futuro le informazioni saranno sempre più precise. Molto può essere fatto sugli imballaggi, c’è chi sta studiando packaging che cambiano colore mano a mano che si avvicina la scadenza dei cibi. E questa – ha confermato il  ministro – può essere una grande sfida per uno dei settori più vivaci dell’economia italiana, il packaging alimentare, che durante i sei mesi di Expo “può utilizzare la vetrina milanese per mostrare utilizzi innovativi alla platea degli operatori stranieri”.

A volte comunque bastano semplici gesti quotidiani per ridurre lo spreco in ambito domestico. Il Barilla Center for Food and Nutrition, che ha lanciato l’idea di un Protocollo da firmare durante l’Expo, ha stilato un decalogo con dieci mosse anti-spreco.

Sfida aperta sulle etichette

Infine il tema etichette, su cui è aperto un acceso dibattito in ambito Ue. I paesi del Nord usano il tema anti-spreco per spingere una soluzione che allunghi le scadenze dei prodotti alimentari ma l’Italia, con gli altri stati mediterranei, mette in guardia da soluzioni che mettano a rischio la qualità.

© Riproduzione riservata