Food24

Dai social network alle app per “il rosso perfetto”, le idee…

  • Abbonati
  • Accedi
in Primo Piano

Dai social network alle app per “il rosso perfetto”, le idee più innovative di H-ack Wine

Il vino non è più “sexy” tra i clienti under 30? Provami il contrario. Con una startup. H-Farm sfida più di 300 giovani e giovanissimi da tutta Italia con H-ack Wine, una 24 ore per lo sviluppo di progetti e strategie digitali legati al settore vinicolo. In palio l’accesso a H-Camp, il programma di “accelerazione intensiva” che trasforma in impresa le intuizioni macinate tra portatili, tablet e  – per l’occasione – bottiglie di Grola e Trento Doc.

La maratona di H-Farm 

La maratona, promossa da H-Farm con la collaborazione di Vinitaly International e in partnership con Cattolica per i Giovani, ha richiamato nel quartier generale di Roncade (Treviso) partecipanti da Veneto e Trentino, Lombardia e Piemonte, Marche e Lazio. Età media: 25 anni, tra under 18 alle primissime armi con l’impresa e professionisti del digitale a caccia di stimoli e finanziamenti fuori dalle società di provenienza. Il meccanismo è facile: tre aziende capofila (due cantine blasonatissime come Ferrari e Allegrini, più la stessa Vinitaly International) fissano un obiettivo, i giovani si dividono in team a seconda di curricula e esperienze e sfornano un progetto sotto la guida dei mentor selezionati per ogni società. Niente regole o parametri ufficiali, a eccezione del countdown scandito dagli schermi. Il traguardo? Rendere il vino “appealing”, attraente, per una clientela giovane sempre più attratta dalla concorrenza di birra artigianale e cocktail. Gli spunti emersi tra i tavoli, ancora in fase di lavorazione, spaziano dai social network per gli appuntamenti galanti al Vinitaly 2014 alle app per la “geolocalizzazione” delle etichette migliori. Dal Veneto alla Sicilia.

Il sommelier digitale

Qualche esempio? C’è chi sta costruendo una app che individua e seleziona il vino ideale in base ai gusti del cliente. L’utente si iscrive, risponde alle domande del programma e sceglie il vino che fa per lui secondo le indicazioni di un “sommelier digitale” che impara a conoscere preferenze (e necessità) del cliente. «Il nostro scopo – spiega Andrea Scaramuzza, “portavoce” del team composto da Alessia Calabrese, Alessandro Senigallia, Andrea Forino, Davide Sartor, Luca De Blasio – avvicinare i giovani che non sanno molto di vino in modo molto intuitivo e semplice, si basa sulla conoscenza delle persona che si racconta un po’ alla volta per mezzo dei suoi gusti e del vino che vuole consumare. L’applicazione, un po’ alla volta, arriva a stabilire il tipo di vino pià adatto per la persona». Ma le domande su cosa puntano? Come si fa a scremare gusti e circostanze per il consumo? «Le domande vertono su macrocategorie – spiega Scaramuzza – il momento in cui vuoi bere quel vino (aperitivo, cena, dopocena), il territorio (dove sei e cosa vuoi bere), il cibo a cui vuoi abbinare quel vino, o se vuoi giocare, solo sul tuo gusto. Lo step successivo sarà implementarlo con un database di etichette e prezzo!».

Chi vince va a Bordeaux

Le etichette sono italiane, ci mancherebbe. Ma per il team migliore, il premio si allarga fuori dai confini (e dalle cantine) nazionali. La 33enterpreneurs, società francese «fondata da imprenditori per il sostegno degli imprenditori» offre una settimana con rimborso spese di 500 euro nella sua sede di Bordeaux. Chi farà breccia a Roncade potrà condividere una sette giorni di dibattiti, lezioni e incontri con i colleghi emersi da contest analoghi a Lisbona, Losanna, Londra, Monaco… «Siamo appassionati di vino e di tecnologie, vogliamo dare l’opportunità di venire a Bordeaux per creare lavoro e cambiare le cose»  spiega Vincent Pretet, fondatore di 33enterpreneurs. «Il vino è una grande industria, ma dovrebbe essere un po’ più tecnologica – sottolinea Pretet – I giovani non hanno paura delle tecnologie, sanno come sfruttarle. Siamo felici di portare portare aria fresca».

 

 

 

 

© Riproduzione riservata